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The Last Dance, Scottie Pippen: "Il rifiuto di entrare nel 1994? Lo rifarei"

THE LAST DANCE
©Getty

Scottie Pippen ha rivelato in The Last Dance che non cambierebbe nulla della sua decisione di non rientrare in campo nei playoff del 1994 per protesta contro Phil Jackson: "Vorrei non fosse successo, ma lo rifarei"

Nella sua lunga carriera, Scottie Pippen ha avuto certamente più alti che momenti bassi. Il più controverso in assoluto, però, è stato nei playoff del 1994, quando decise di non rientrare in campo in aperta contestazione con Phil Jackson. L’episodio è avvenuto sul finale di gara-3 contro i New York Knicks al secondo turno dei playoff del 1994: sotto 0-2 nella serie e a un passo dall’eliminazione, Jackson decise di disegnare l’ultima rimessa per far tirare il rookie Toni Kukoc (fino a lì 6 punti con 1/5 al tiro), che Pippen identificava come il “cocco” dell’odiato GM Jerry Krause. Pippen, leader assoluto della squadra dopo l’addio di Michael Jordan per il baseball e autore di 25 punti con 10/20 al tiro in quella partita, era talmente arrabbiato per essere stato “scavalcato” da decidere di rimanere in panchina piuttosto che effettuare la rimessa, provocando enormi problemi nello spogliatoio. Kukoc poi prese e segnò quel tiro, allungando una serie che si è poi conclusa solo in gara-7 in favore dei Knicks, ma dopo la partita si parlò solo del gran rifiuto di Pippen, con i compagni di squadra che ancora oggi parlano di “tradimento” da parte sua (“Fu devastante, soprattutto perché sapevamo che non era il suo carattere” il commento di Steve Kerr). Il diretto interessato, però, in The Last Dance ha continuato a mantenere la sua linea: “Lo percepì come un insulto da parte di Phil: ero il giocatore più pericoloso della nostra squadra, perciò perché dovevo essere io a fare la rimessa?” ha detto. “È uno di quegli incidenti che vorrei non fosse mai successo, ma se avessi l’opportunità di farlo di nuovo, probabilmente non cambierei nulla”. 

La risposta di Pippen dopo quell’episodio

A suo favore c’è il fatto che, nonostante le sue azioni, si scusò in lacrime con i compagni dopo la partita, soprattutto per via delle parole di uno sconvolto Bill Cartwright. Pippen poi due giorni dopo guidò i Bulls al successo sia in gara-4 (25 punti, 8 rimbalzi e 6 assist con 10/21 al tiro) e in gara-6 (13 punti, 11 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi, 2 stoppate pur con 5/16 al tiro, ma con la leggendaria schiacciata su Patrick Ewing), con gara-5 che rimane ancora oggi una delle partite più controverse di quell’epoca per un fallo fischiato contro di lui ai danni di Hubert Davis che diede ai Knicks tre tiri liberi per sorpassare a 2.1 secondi dalla fine. I Bulls poi persero comunque in gara-7 al Madison Square Garden 87-77, con Pippen ancora in doppia doppia (20 punti, 16 rimbalzi, 5 assist ma tirando 8/22) senza riuscire a difendere i tre titoli degli anni precedenti. L’anno successivo sarebbe poi tornato Jordan uscendo ai playoff con Orlando, mentre dal 1996 al 1998… sapete già come è andata la storia.