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NBA, la Mamba Sports Academy non è più "Mamba"

NBA
©Getty

Si chiamerà soltanto "Sports Academy", rinunciando a qualsiasi associazione con l'ex superstar dei Lakers, "come segno di rispetto nei suoi confronti, e in accordo con i suoi rappresentanti". Ma la curiosa decisione di rinunciare al nome "Mamba" da parte dell'academy sportiva che dal 2018 era uno dei focus di Kobe Bryant lascia molti perplessi: c'è dietro la volontà della moglie Vanessa?

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Era stato, insieme allo Staples Center, uno dei luoghi di pellegrinaggio dei tifosi all’indomani della tragedia del 26 gennaio scorso che ha tolto la vita a Kobe Bryant, alla figlia Gianna e a 7 altre persone. Ovvio, la Mamba Sports Academy sembrava simboleggiare l’impegno del "nuovo" Kobe Bryant verso la promozione del basket, in particolare quello femminile, con Gianna protagonista in prima persona — da membro della squadra dell’Academy e (possibile) futura stella WNBA. E ora la Mamba Sports Academy non è più “Mamba”, avendo comunicato di voler rinunciare all’associazione diretta con l’ex superstar dei Lakers — auto-soprannominatosi “Black Mamba” — “come segno di rispetto nei suoi confronti”. Nata nel 2018 come partnership tra Bryant e Chad Faulkner (CEO dell’Academy), è stato proprio quest’ultimo a spiegare la decisione “presa in accordo con i rappresentanti di Bryant”. Per alcuni, questo "accordo" nasconde in realtà la pressione da parte della vedova di Bryant, Vanessa, di vedere rimossa da parte dell'accademia ogni associazione al nome del marito, ("strano modo di onorare qualcuno la scelta di occultarne il nome", il commento sollevatosi da più parti). “La nostra convinzione — ha spiegato Faulkner — è che Kobe sia unico e come tale a lui vada riconosciuto un posto speciale, una sorta di Hall of Fame, ed è con questo intento che ‘ritiriamo’ il suo nome dalla nostra ragione sociale, continuando a operare come Sports Academy”. Nome nuovo che ha portato anche a un nuovo sito internet (sportsacademy.us), a una nuova presenza social (@sportsxacademy) e a un nuovo logo. “Siamo stati fortunati a imparare tanto da Kobe — continua Faulkner — e vogliamo continuare a ispirarci ai suoi insegnamenti in maniera molto rispettosa”. Un rispetto che — nelle volontà dell’Accademia, prevederebbe anche la scelta di erigere una statua all’entrata di entrambe le sedi (a Thousand Oaks, dove l’elicottero con a bordo Bryant era diretto quel 26 gennaio, e a Redondo Beach): “La decisione finale però sarà solo e soltanto della famiglia Bryant, che sta attraversando un momento difficile e doloroso: siamo pronti a farlo — affermano alla Sports Academy — ma non vogliamo affrettare nessun tipo di processo”. E se lo slogan adottato sui social dalla (fu Mamba) Sports Academy è “nome nuovo, stessa mission”, un successivo tweet non fa che confermarlo: “I nostri obiettivi restano gli stessi. La Sports Academy è ancora qui per voi”.