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NBA, Clyde Drexler: “Il migliore di sempre non è né Jordan né LeBron”

PAROLE
©Getty
SACRAMENTO, CA - 1991: Clyde Drexler #22 of the Portland Trail Blazers looks on against the Sacramento Kings circa 1991 at Arco Arena in Sacramento, California. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 1991 NBAE (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

La leggenda dei Portland Trail Blazers e campione NBA con Houston non ama i discorsi legati al titolo di GOAT, il migliore di tutti i tempi: "Non possiamo dimenticarci quelli che sono venuti prima di noi, a partire da Chamberlain e Kareem. Ad andare bene dimenticarseli è una blasfemia"

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Se Michael Jordan in The Last Dance ha detto a chiare lettere che aveva trovato “offensivo” che Clyde Drexler fosse paragonato a lui, il diretto interessato ha voluto dire la sua riguardo al sempiterno dibattito sul GOAT, il miglior giocatore di tutti i tempi. E secondo lui né MJ né tantomeno LeBron James dovrebbero essere considerati tali. "Ho un vero problema con questo discorso perché, tra tutti i giocatori che sono passati per la NBA, la conversazione parte sempre da Jordan e LeBron. Ma non si può non partire da Wilt Chamberlain e Kareem Abdul-Jabbar, due dei più grandi di sempre ad aver giocato” ha detto al programma radio “The A-Team” di SportsTalk 790. “E poi ci sono giocatori come Julius Erving, Larry Bird, George Gervin, Elgin Baylor, Oscar Robertson, Jerry West., Bill Russell Tutti quei giocatori sono legittimamente nella conversazione, perciò ignorarli per me è incredibile. E mi piacciono sia Michael che LeBron. Ma non possiamo ignorare quelli che sono venuti prima di noi. Come si può dire che qualcuno è meglio di loro? Non lo capisco proprio. Ad andare bene è una blasfemia. E sono sempre persone che non hanno mai giocato a fare questi paragoni perché sono persone che non conoscono il gioco. Non si mette uno davanti ad un altro, perché nessuno era meglio di un altro".