L’ex giocatore dei Cleveland Cavaliers si è reso protagonista di un episodio diventato in breve tempo di dominio pubblico. In risposta a un uomo che ha tentato di distruggere la sua auto, Smith ha risposto prendendolo a calci e pugni e mettendolo in fuga: “Non ho nulla contro i bianchi, quello era solo un poco di buono”
A due anni esatti dalla maledetta gara-1 di finale NBA contro i Golden State Warriors in cui si dimenticò il punteggio e di tirare sull’ultimo e decisivo possesso, JR Smith torna a fare notizia, stavolta in un contesto e in una situazione ben diversa. Con la regular season sospesa da quasi tre mesi a causa della pandemia da coronavirus, a mettere ancora di più in difficoltà gli Stati Uniti da una settimana a questa parte è la protesta (in gran parte pacifica) portata avanti della comunità afroamericana per chiedere diritti e giustizia a seguito della brutale uccisione di George Floyd durante l’arresto da parte della polizia di Minneapolis. Proteste e manifestazioni che in alcuni casi assumono anche connotazioni violente: saccheggi, devastazione e scontri con le forze dell’ordine a causa spesso di “infiltrati” che approfittano della situazione per distruggere e creare scompiglio. In un video pubblicato da TMZ Sports, si vede uno di questi manifestanti a Los Angeles tentare presumibilmente di danneggiare l’automobile di JR Smith - presente lì nei pressi e pronto a lanciarsi in risposta addosso al manifestante e a picchiarlo facendolo fuggire. L’uomo ha rotto uno dei finestrini, prima di essere aggredito dall’ex giocatore dei Cavaliers che a suon di calci e pugni lo ha messo rapidamente in fuga. Immagini che hanno subito fatto il giro del web e spinto così lo stesso Smith a spiegare in poche parole l’accaduto: “Ha provato a distruggere la mia auto, ha rotto il vetro e quel punto l’ho inseguito e gli ho fatto il c***”. La macchina di Smith era parcheggiata in una zona residenziale a debita distanza dalle zone calde della protesta: “Il mio non è un crimine d’odio [nei confronti di un uomo bianco, ndr]. Non ho nessun problema con chi non ha problemi con me. La mia è stata soltanto una reazione nei confronti di un “poco di buono” [questo il concetto espresso con altre parole, ndr]. Questo è tutto”.