Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, morte Kobe Bryant, un'indagine rivela: pilota dell’elicottero "disorientato"

NBA
©Getty

"Stiamo salendo oltre i 1.200 metri", avrebbe comunicato Ara Zobayan, alla guida dell’elicottero, mentre invece era prossimo allo schianto fatale. È quanto emerge dal report di oltre 1.700 pagine che rivela altri dettagli importanti del tragico volo in elicottero che lo scorso 26 gennaio è costato la vita a nove persone, tra cui Kobe Bryant e la figlia Gigi

Un’investigazione federale e un nuovo report di oltre 1.700 pagine redatto dal National Transportation Safety Board gettano nuova luce sull’incidente aereo che lo scorso 26 gennaio ha ucciso nove persone tra cui la superstar dei Lakers Kobe Bryant e la figlia 13enne Gigi. Dal nuovo documento emerge che attimi prima dello schianto fatale, Ara Zobayan, alla guida dell’elicottero con a bordo gli otto ospiti, ha “comunicato via radio ai controllori di volo una manovra ascensionale verso i 4.000 piedi di altezza (oltre 1.200 metri)” mentre in realtà stava precipitando sulla colline di Calabasas. Il report conclude quindi che il pilota — a causa della presenza di nebbia e delle scarse condizioni di visibilità — era “disorientato, in condizioni che rendevano difficile per lui scorgere la linea dell’orizzonte” e valutare correttamente “angoli e traiettorie”. “Non è la prima persona a cui capita — ha commentato un collega esperto a ESPN — si tratta di una causa frequente di incidenti”. Il nuovo dossier non offre una risposta certa sulle cause dello schianto, ma aggiunge diversi dettagli fattuali di notevole importanza. Per prima cosa, il Sikorsky S-76 su cui volavano Bryant e il resto del gruppo non ha avuto nessun tipo di avaria al motore. Il volo — inizialmente previsto per le 9.45 di mattina di domenica — venne anticipato alle 9.00 su volontà di Bryant e il decollo avvenne esattamente alle 9.06, dal John Wayne Airport. Circa tre quarti d’ora prima un messaggio di Zobayan rassicurava sulle condizioni meteo, da lui definite “OK”. Il giorno prima, sabato 25 gennaio, sempre Zobayan aveva compiuto lo stesso identico tragitto con a bordo lo stesso gruppo di otto persone, al termine del quale aveva scritto un sms che oggi risuona beffardo: “Ho appena controllato il meteo: le condizioni per domani non sono ottimali ma sono comunque meglio di quelle di oggi”. Zobayan — la cui autopsia ha escluso tracce di alcool o droga nel suo corpo — era considerato un pilota esperto, più volte utilizzato anche da un’altra superstar NBA come Kawhi Leonard. Lo stesso Leonard — ha fatto sapere Island Express, la compagnia di elicotteri per cui lavorava Zobayan — in passato aveva cancellato ben sei voli in occasione di condizioni meteo ritenute pericolose, un’evenienza piuttosto comune nel settore: c’erano già state 13 cancellazioni di voli nel solo mese di gennaio 2020, e altri 150 voli erano stati abortiti per motivi precauzionali nel 2019, a testimonianza — dicono alla Island Express — dello zelo della compagnia nell’operare i voli privati. Un’opinione, quest’ultima, contrastata da Vanessa Bryant, l’ex moglie di Kobe, che ha citato in giudizio tanto la compagnia che il pilota accusandoli di “negligenza”: per lei, quel giorno, l’elicottero non avrebbe dovuto mai alzarsi in volo.