NBA, Gallinari: "Mai pensato di non giocare, il basket è più importante della free agency"
PAROLEIn una conference call con i media, Danilo Gallinari ha dichiarato di non aver mai pensato di non scendere in campo, visto il suo contratto in scadenza. "Quello per cui stiamo lottando e giocando è più importante della free agency. Il lavoro di Chris Paul è stato straordinario"
Per ogni giocatore la decisione o meno di tornare a giocare nella bolla di Orlando è strettamente personale. Per questo c’è chi ha deciso di scendere in campo e chi, legittimamente, ha declinato la possibilità per i motivi più svariati: personali, di salute o di contratto. In quest’ultima categoria sarebbe potuto ricadere anche Danilo Gallinari, che forte di un’ottima stagione a livello di squadra e individuale e con un contratto in scadenza alla fine del 2019-20, avrebbe potuto fare come Davis Bertans e attendere le offerte che gli verranno fatte quando si aprirà la free agency. Il pensiero, però, non ha mai neanche sfiorato la testa dell’azzurro, almeno stando a quanto dichiarato alla stampa USA: “Quello per cui stiamo combattendo e quello per cui giochiamo è molto più importante della free agency” ha detto in conference call. Gallinari durante tutto il periodo della pandemia è rimasto a Oklahoma City invece che rientrare in Italia (nella call ha dichiarato che non vede la madre Marilisa dalle feste natalizie) e da quando la practice facility ha riaperto lo scorso 18 maggio si è allenato cinque volte a settimana, postando spesso i video sulla sua pagina Instagram. Nulla però può sopperire alla pallacanestro giocata: “Si può fare tutto ciò che si vuole, ma quando all’improvviso fai su e giù per il campo ti senti stanco. La cosa più difficile sarà ritrovare il ritmo partita perché gli allenamenti individuali non possono replicare le sensazioni di una gara”. Insieme ai suoi compagni poi è sempre rimasto in contatto, organizzando chiamate di gruppo ogni settimana dal 12 marzo per studiare situazioni di gioco e partite della loro stagione. "Mentalmente saremo pronti, abbiamo fatto tutto nel modo giusto".
Il vantaggio di rimanere a OKC e l’opinione sulla bolla di Orlando
Pur dovendo osservare da lontano la situazione del coronavirus nel nostro paese — e in particolare nella sua nativa Lombardia —, Gallinari ha trovato un aspetto positivo di essere rimasto in Oklahoma. “Se fossi tornato in Italia non avrei potuto lasciare casa mia: almeno qui insieme alla mia fidanzata ho potuto camminare vicino a dove vivo. Praticamente non abbiamo fatto nient’altro. Visto che i miei parenti e amici in Italia non potevano farlo, mi sono sentito fortunato a essere qui”. La situazione legata al coronavirus negli USA però non è tornata sotto controllo come successo in Italia: “Qui negli States all’inizio sono stati fatti gli stessi errori degli altri paesi, tra cui l’Italia. Ora però nel mio paese la situazione è molto buona, mentre qui negli USA ci sono stati che non stanno andando bene e i casi stanno risalendo. Sapevamo che questo è un processo lungo, non possiamo pensare di batterlo in un giorno solo”. Un approccio che i giocatori dovranno avere anche nella bolla di Orlando, rimanendo disciplinati e rispettando i protocolli che sono stati concordati: “È stato necessario un lavoro enorme e tantissima preparazione per creare la bolla in un ambiente sicuro” ha detto Gallinari, che ha elogiato il lavoro del suo compagno di squadra Chris Paul, presidente dell’associazione giocatori. “C'erano delle volte in cui nemmeno rispondeva al telefono perché era sempre impegnato in qualche conference call, il lavoro che ha fatto è semplicemente straordinario. Sono convinto che la situazione sarà sotto controllo: se le regole verranno rispettate, penso che tutto andrà per il meglio. Se alcuni non lo facessero sarebbe tremendo, una mancanza di rispetto per tutto il lavoro che è stato fatto dalla NBA per creare un ambiente sicuro”.