
NBA, prima settimana (quasi) in archivio: chi sta facendo più fatica ai playoff
È ovviamente prestissimo per tirare le somme e tracciare bilanci, ma le prime uscite nei playoff 2020 di questi giocatori non hanno tenuto fede alle aspettative. Impossibile definirli "deludenti", ma ognuno di questi giocatori è chiamato in fretta a invertire un ruolino di marcia fin qui zoppicante

PRIMA SETTIMANA | Nemmeno una settimana di playoff in archivio, squadre che al massimo hanno giocato tre partite (e alcune soltanto due): impossile tracciare bilanci, men che meno definitivi. Però le prime uscite in postseason di certi giocatori in alcuni casi hanno lasciato sorpresi, perché l'impatto di certi nomi sulle proprie squadre è sembrato distante da quello che ci si poteva aspettare. Vediamo chi finora sta facendo più fatica (sapendo che c'è tutto il tempo per invertire la marcia...)

KHRIS MIDDLETON, MILWAUKEE BUCKS | Il secondo All-Star dei Bucks deve ancora giocare come tale dal via dei playoff: 5/20 al tiro per lui, solo 2 punti nella sconfitta di gara-1, 14 ma con -8 di plus/minus anche nella vittoria facile di gara-2. Il tutto con 4 palle perse di media a sera. Che fine ha fatto uno dei giocatori più efficienti dei Bucks?

AL HORFORD, PHILADELPHIA 76ERS | Non è mai stato un giocatore da giudicare attraverso le cifre, ma 5.3 punti di media con il 40% al tiro sono statistiche assolutamente insufficienti. Ha toccato la doppia cifra per rimbalzi una sola volta (10 in gara-1), mai invece per punti. Philadelphia lo ha pagato caro (28 milioni quest’anno, quasi 55 per i prossimi due), non certo per questo rendimento

CHRIS PAUL, OKLAHOMA CITY THUNDER | In gara-1 ha sfiorato la tripla doppia: come si fa a inserirlo tra le delusioni? Tra i giocatori in campo più di 20 minuti a sera CP3 ha il secondo peggior net rating di tutti i playoff, un tragico -31.2. Solo 2 assist in gara-2, ma soprattutto l’impressione di non riuscire a contribuire per il bene della sua squadra (OKC -7 con lui in campo in gara-1, -36 in gara-2)

T.J. WARREN, INDIANA PACERS | Non sono tanto le cifre a condannarlo (c’è lo 0/5 da tre di gara-2, ma all’esordio aveva chiuso con 22 punti e 4/5 dall’arco) quanto il suo impatto sulla serie. Se doveva essere un duello con Jimmy Butler, finora l’ha perso: i Pacers hanno un saldo negativo di 20 punti con lui in campo e anche il suo net rating è stato sempre negativo, -12.9 su 100 possessi in gara-1, -7.5 in gara-2. Era tra i giocatori più caldi nella bolla, sembra essersi raffreddato…

KYLE KUZMA, LOS ANGELES LAKERS | I Lakers si aspettano che diventi la terza opzione dell’attacco di coach Vogel, ma finora così non è stato: 7/20 al tiro (2/7 da tre), il 40% di percentuale effettiva. Il tiro della vittoria segnato contro Denver nei seeding games sembrava poterlo sbloccare: per ora non è stato così

PAUL GEORGE, L.A. CLIPPERS | Aveva esordito alla grande, 27 punti e la vittoria in gara-1 contro i Mavs. Poi ha fatto fatica, soprattutto al tiro (anche se ha provato a contribuire in altro modo): ha sbagliato 26 degli ultimi 33 tiri presi — non è proprio da lui. Ma c’è di più: i Clippers attaccano meglio quando lui non è in campo (e il suo net rating dopo le prime tre gare è negativo: -0.1)
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MARC GASOL, TORONTO RAPTORS | Un altro giocatore difficilissimo da giudicare con i numeri: magari non segna, ma in attacco agisce da regista occulto (grandissimo passatore) e dietro spesso àncora la difesa sotto il ferro. Però finora è sembrato svogliato e incostante: 5/17 al tiro e mai oltre i 5 rimbalzi sono cifre che non gli fanno onore, poi però in 21 minuti di campo in gara-3 chiude con +16 di plus/minus e con lui in campo Toronto ha un defensive rating sotto i 91 punti concessi su 100 possessi