Il sito "The Athletic" torna a riportare la voce che vorrebbe la proprietà dei Nets interessata a sondare la volontà dell'allenatore degli Spurs di lasciare il Texas dopo 26 anni per accettare una nuova sfida. A Brooklyn lo aspetterebbero tante facce nuove, amici di vecchia data come Sean Marks, Bret Brielmaier, Tiago Splitter e lo stesso Jacque Vaughn
Il secco 4-0 rifilato da Toronto a Brooklyn al primo turno di playoff non deve ingannare: i Nets erano senza non solo le loro due superstar — Kevin Durant e Kyrie Irving — ma privi anche di Spencer Dinwiddie, DeAndre Jordan, Taurean Prince e Wilson Chandler. Il roster, quindi, è ricco e di talento — ci vanno aggiunti Joe Harris, Caris LeVert, Jarrett Allen e altri — e le pedine che magari sembrano in abbondanza potrebbero tornare utile in sede di mercato. A guidarli dalla panchina, nella bolla di Orlando, l’allenatore ad interim Jacque Vaughn, ma quel titolo — ad interim — per molti non lo tutela davanti alla volontà da parte della franchigia di puntare su un coach con lignaggio ed esperienza diversa. Come Jeff Van Gundy, magari — uno dei nomi accostati alla panchina dei Nets — oppure come Jason Kidd, Tyronn Lue o Ime Udoka. Ma da Brooklyn (e non è la prima volta) rimbalza anche la folle idea del proprietario Joe Tsai: convincere dopo 26 anni Gregg Popovich a lasciare i San Antonio Spurs e a sedersi sulla panchina dei Nets.
L’allenatore dei texani, dopo la mancata qualificazione ai playoff dei suoi Spurs (la prima dopo 22 anni) ha lasciato intendere di voler ancora continuare ad allenare, e in casa Nets abitano già da anni alcuni nomi molto ben conosciuti da Popovich: il general manager Sean Marks, ad esempio, ma anche due assistenti allenatori come Bret Brielmaier e Tiago Splitter (tutti agli ordini di coach Pop agli Spurs da giocatori), così come lo stesso Jacque Vaughn, che del 71enne allenatore di San Antonio è stato a sua volta assistente (così come lo stesso Marks).
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Il rapporto con Kevin Durant
A rendere meno fantascientifica l’ipotesi Popovich-a-Brooklyn c’è anche il rapporto — di lunga data e di grande stima — che lega l’allenatore oggi agli Spurs a Kevin Durant, che aveva indicato proprio in coach Pop un possibile successore di Scott Brooks già nel 2015, quando KD era ancora a Oklahoma City (la scelta poi cadde invece sull’attuale allenatore dei Thunder, Billy Donovan). Si è detto spesso che per gestire due fuoriclasse e due personalità a loro modo complesse come Durant e Irving sia necessaria una figura forte, capace di comandare grande rispetto in spogliatoio: chi meglio di un 5 volte campione NBA capace di costruire una delle più forti dinastie di sempre all’ombra dell’Alamo? Per adesso è poco più di una voce, ma non per questo meno intrigante.