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NBA, Jamal Murray dopo i 50 punti: "George Floyd e Breonna Taylor mi hanno dato vita"

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©Getty

Dopo aver emozionato tutti con i suoi 50 punti in gara-6 per tenere in piedi la stagione dei Denver Nuggets, Jamal Murray si è visibilmente emozionato davanti ai microfoni: "Il razzismo non è solo in America, succede ovunque. George Floyd e Breonna Taylor non sono più qui, ma mi hanno dato vita", facendo riferimento ai volti delle vittime della polizia sulle sue scarpe

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Nella conference call via Zoom che precedeva gara-6, sulla sedia su cui avrebbe dovuto sedersi non c’era Jamal Murray. Al suo posto il playmaker canadese dei Denver Nuggets ha lasciato le sue nuove scarpe personalizzate con i volti di George Floyd e Breonna Taylor, due delle tante vittime della violenza della polizia che ancora cercano giustizia. Murray le ha lasciate lì per due minuti prima di toglierle e dire ai giornalisti “Se vi sono sembrati tanti, pensate a cosa deve essere stato rimanere otto minuti e 45 secondi sotto il ginocchio di un altro essere umano”, un chiaro riferimento a quanto accaduto a George Floyd a Minneapolis lo scorso maggio. 

Jamal Murray ha poi portato il suo messaggio sociale a un livello superiore nell’intervista che ha fatto seguito alla sua incredibile partita da 50 punti in gara-6 contro gli Utah Jazz, una prestazione decisiva per tenere in piedi la stagione dei Nuggets sotto 3-2 nella serie. Murray ha firmato 21 punti nel solo ultimo quarto mandando a segno gli ultimi sette tiri tentati di cui 5 da tre punti, in un crescendo esaltante che lo ha portato davanti alle telecamere ancora molto provato. "Queste scarpe significano molto per me, sono un simbolo che mi indica di continuare a combattere" ha detto interrompendosi più volte, sopraffatto dall’emozione e dalla stanchezza. "Nella vita bisogna avere qualcosa per cui combattere, e noi l’abbiamo trovata, come NBA e come collettività di giocatori".

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A quel punto l’intervistatore gli ha chiesto perché avesse preso a cuore le cause di Floyd e Taylor raffigurandoli anche sulle sue scarpe: “È un cosa personale perché non succede solo in America, ma accade ovunque. Non può bastare un incontro o una serie di chiamate, ci vuole resistenza — sappiamo che quello che vogliamo cambiare non succede in una notte. Ci stiamo provando da 40 anni. Ma queste scarpe mi danno forza: anche se queste persone non ci sono più, mi hanno dato vita e la forza che mi permette di continuare a combattere in questo mondo. Ed è quello che continuerò a fare”. Murray è stato poi immortalato dalle telecamere di TNT mentre si fermava per qualche secondo inginocchiato nel corridoio dell’arena prima di rientrare negli spogliatoi.

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