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NBA, Blake Griffin rivela la cosa che ha odiato di più di "The Last Dance"

NBA
©Getty

L'ala dei Detroit Pistons è un testimonial di Brand Jordan e conosce molto bene (e da vicino) il protagonista principale di "The Last Dance". Tanto da non perdonargli una delle rivelazioni fatte nel documentario. Ospite di una diretta Instagram per GQ, Griffin poi accetta di indicare finalisti e campioni della stagione NBA in corso

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“The last dance” ha appassionato tutti, è piaciuto, ha entusiasmato, ha tenuto incollati al video milioni di persone. Una di queste però — l’ala dei Pistons Blake Griffin — ha trovato un modo di disperarsi quando nel corso di una delle prime puntate Michael Jordan racconta uno degli episodi più gustosi, il suo blitz a Las Vegas — fino alla porta della stanza d’hotel condivisa da Dennis Rodman e Carmen Electra — per riportare in palestra il grandissimo rimbalzista dei Bulls. “Per oltre tre anni, da quando me la raccontò direttamente proprio MJ — credo fossimo in Cina, d’estate, ma non ne sono sicuro — è stata la storia che raccontavo a tutti quando mi veniva chiesto un aneddoto assurdo su Michael Jordan”, che Griffin conosce bene, come testimonial del suo brand di scarpe e abbigliamento. “Ora che l’ha resa pubblica in ‘The Last Dance’ non ho più niente in mano: ha rovinato la mia storia”. In realtà poi Griffin corregge un po’ il tiro: “No, in realtà qualche altra storia ce l’ho…”, ma invece che renderla pubblica l’ex campione della gara delle schiacciate ne approfitta per dare la sua opinione su Jordan: “Non ci sarà mai più nessuno come lui perché saremo noi — la gente, i tifosi — a non permettere mai più a nessun altro di avere quel tipo di carriera quasi perfetta come la sua.

Quando LeBron ha lasciato Cleveland la prima volta, la gente lo ha distrutto; lo stesso è successo a Kevin Durant a Oklahoma City; capisco l’attaccamento alla squadra, ma bisognerebbe riconoscere la grandezza di certi giocatori e lasciare molto meno spazio all’odio sportivo: gli hater sono il motivo per cui nessuno sara mai più come MJ, amato da tutti”.

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Nel corso del suo intervento a “The Drop-In”, le conversazioni live organizzate dall’account Instagram dal magazine GQ, a Griffin poi è stato chiesto un suo parere anche sulla NBA attuale, quella che vede ancora una manciata di squadre darsi battaglia nel campus di Orlando: “Quello che stanno facendo nella bolla è sensazionale”, dice l’ala di Detroit, che ha le sue idee sui favoriti per l’anello 2020: “A Est che vince gara-7 tra Boston e Toronto per me va in finale NBA. Prima del via della serie avevo pronosticato Toronto, perché i Raptors dimostrato davvero di avere il DNA dei campioni; ma poi con Boston in vantaggio — prima 2-1, poi 3-2 — mi sono ricreduto e ora li vedo comunque favoriti. A Ovest invece dico Clippers, che alla fine vedo vincenti anche in finale NBA contro i Celtics. Hanno talento, sono profondi, sono un’ottima squadra”. Opinioni competenti che però lo stesso Griffin giura non diventeranno mai il suo futuro lavoro: “No, non voglio fare l’analista tv. Resterò sempre vicino al basket: per chi vuole dei consigli; per chi vorrà allenarsi con me; da semplice tifoso, guardando le partite. Ma non lavorerò in tv. I miei interessi sono diversi: amo il mondo della stand up comedy, è risaputo; mi piacciono i podcast; da sempre sono interessato ai campi del benessere — fisico e mentale — e della salute, del corpo e della persona”. Insomma, Blake Griffin ha già le idee chiare sul suo post-carriera ("Come prima cosa però me ne vado a vivere uno/due mesi alle Hawaii, lontano da tutti e da tutto", dice), ma prima c’è da concludere una carriera NBA. Magari vincendo qualcosa.

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