Un magazine che coniuga sport e fitness lo mette in copertina ("Più forte. Più veloce. Più audace. Migliore") e il dibattito sull'eccessivo peso di Zion Williamson torna a scatenarsi. La star dei Pelicans però non la vede così: "La gente dice che in campo non dovrei essere in grado di fare le cose che invece riesco a fare: è una fortuna"
Ha fatto aspettare tutti. Ha fatto meraviglie. Ha fatto discutere. Di sicuro la prima stagione NBA di Zion Williamson non è passata inosservata. Anche se per lui è durata solo 24 partite, 19 prima dello stop per via della pandemia e poi altre 5 nella bolla di Orlando. Non sono arrivati i playoff per i suoi Pelicans, non è arrivato il titolo di rookie dell’anno (troppe poche le gare disputate) ma sono arrivati 22.5 punti e oltre 6 rimbalzi di media e percentuali al tiro stratosferiche, sopra il 58% dal campo e vicino al 43% da tre (anche se su pochissimi tentativi — il tiro dalla lunga distanza non è ancora una sua arma). Con le attenzioni del mondo NBA, sono arrivate anche quelle extra-cestistiche, e così il suo nome è diventato uno dei più caldi anche sul mercato dei testimonial sportivi: 7 anni e 75 milioni di dollari incassati da Brand Jordan (nessun rookie ha mai guadagnato così per indossare un certo paio di scarpe), la copertina del videogioco NBA2K, accordi con Gatorade e Mountain Dew — oltre ai 44 milioni di dollari assicurati dal contratto firmato con New Orleans.
Eppure il rendimento — suo e della squadra — nella bolla di Orlando per molti è stato deludente, e quel tutto-e-subito che in casa Pelicans sembrava possibile si è scontrato contro una realtà diversa, che neppure la prima scelta assoluta all’ultimo Draft ha potuto cambiare: “Rimango paziente — dice lui — perché la pazienza è qualcosa che ho imparato da mia madre, che mi ha insegnato a essere grato di tutto ciò che ricevo. L’infortunio che mi ha tenuto fuori a lungo l’ho affrontato così, concentrandomi sull’idea che prima o poi sarei tornato a giocare”.
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Un infortunio che per molti ha a che vedere con un corpo troppo pesante — neppure due metri di altezza (198 centimetri) per quasi 129 chili. Ma alle accuse di non essere in forma e di aver spesso giocato sovrappeso Zion Williamson risponde così: “Ringrazio Dio per il corpo che mi ha dato. La gente continua a ripetere che in campo non dovrei essere in grado di fare le cose che invece riesco a fare: io la vedo come una benedizione”. Alto solo 172 a 14 anni, nei successivi 24 mesi è cresciuto di oltre 20 centimetri: “Il mio corpo si è sviluppato completamente solo quando avevo 17 anni: da allora il mio atletismo e la mia velocità sono diventati qualcosa di davvero potente”. Ma si sa, recita un famoso claim: “La potenza è nulla senza il controllo”. Zion Williamson ha dimostrato di poter avere entrambi, deve solo restare lontano dagli infortuni per trascinare New Orleans e prendersi quei riflettori che il destino sembra assegnargli.