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NBA, Boston si aggrappa a Tatum: "Inaccettabile il mio primo tempo: devo far meglio"

NBA
©Getty

Spalle al muro, sotto 3-1 nella serie e chiamati a evitare l'eliminazione, i Celtics chiedono a Jayson Tatum 48 minuti di grande pallacanestro. Quello che non è riuscito a dare ai suoi in gara-4, quando i suoi 28 punti sono arrivati tutti dopo l'intervallo e un primo tempo da 0/6 al tiro e poca aggressività. Ma il leader di Boston sa di dover farsi trovare pronto in gara-5

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Jayson Tatum è l’11° miglior marcatore di questi playoff, viaggia a 25.5 punti a sera, una media che sta addirittura ritoccando al rialzo (26 esatti) contro Miami. Tra i giocatori con almeno 30 minuti di utilizzo a sera (lui ne gioca 40.2, più di chiunque altro, dato da non trascurare), il n°0 di Boston sfoggia il settimo dato assoluto per net rating (+7.4). Eppure, dopo il ko in gara-4 — una partita da lui chiusa con 28 punti — le critiche principali le ha attirate proprio lui. Il motivo? Tutti i suoi 28 punti sono arrivati nel secondo tempo, un’impresa straordinaria da un lato, ma che ovviamente ne nasconde un altro — ovvero il primo tempo chiuso a quota zero (e con 0/6 al tiro tra cui 4 errori dall’arco). “Non sono stato abbastanza aggressivo all’inizio, e questo ha fatto sì che finissi il primo tempo senza punti. È inaccettabile”, ammette lo stesso Tatum. “Non ho giocato come so fare quella prima metà di gara, e mi assumo la colpa della nostra sconfitta. So di dover giocare meglio, è quello che poi ho fatto nel secondo tempo ma ormai era tardi: loro erano già in ritmo, avevano fiducia e per noi è stato difficile rientrare in partita”.

Il secondo tempo di Tatum è stato esemplare — 10/16 al tiro, 4/7 da tre, perfetto nei suoi 4 viaggi in lunetta — e anche se coach Stevens ha provato a spiegare semplicemente la sua trasformazione (“A volte succede con i grandi giocatori, sono capaci di resettare tutto alla pausa dell’intervallo. Tornano in campo, vedono entrare il primo tiro e da lì non si fermano più”), ora a Boston si aspettano che Tatum sia quel Tatum fin dalla palla a due, perché un altro ko vorrebbe dire eliminazione dai playoff. “Sappiamo cosa ci stiamo giocando, sappiamo cosa c’è in palio: dobbiamo disputare una gara completa”, conclude Tatum. Che dopo i progressi messi in mostra quest’anno — l’inclusione nel terzo quintetto NBA lo consacra tra i primi 15 giocatori NBA, la convocazione all’All-Star Game gli dà lo status di stella — si ritrova ora tutti i riflettori addosso: onori e oneri di essere una superstar NBA. Chiamato a disputare una grande gara-5.

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