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NBA Finals, LeBron James: "Titolo contro Miami? Non è una motivazione extra"

LAKERS
©Getty

Alla vigilia delle sue decime finali NBA, LeBron James ha negato di avere alcuna motivazione particolare nell’affrontare una delle sue ex squadre, i Miami Heat: "Giocare per il titolo è già abbastanza, ho solo rispetto per loro. Questa bolla è stata la sfida più grande della mia carriera professionale. Sono qui solo per un motivo: competere per l’anello"

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Gli occhi del mondo sono puntati su LeBron James, ma non è nulla a cui non sia abituato. Alla vigilia delle sue decime finali NBA in carriera, il leader dei Los Angeles Lakers ha giocato in difesa nella conferenza stampa pre-gara-1, specialmente rispondendo alle domande di chi gli chiedeva se fosse rimasta qualche animosità nei confronti dei Miami Heat (e viceversa, da parte degli Heat nei suoi confronti) dopo il suo addio nel 2014. "Non c’è nessuna motivazione extra nel vincere un titolo, indipendentemente da chi si affronta. È già abbastanza difficile arrivare alle Finals: se riesci anche a uscirne vincitore, non importa contro chi è arrivato".  Un’opinione che secondo il suo compagno di squadra Anthony Davis, però, non è del tutto vera: "Giocare alle Finals contro Miami renderebbe questo titolo ancora più significativo: se dovessimo vincere, si piazzerebbe al secondo posto dietro quello con i Cleveland Cavaliers dal punto di vista personale".

Le parole di elogio per Riley e Spoelstra

In ogni caso, James ha avuto solamente parole di elogio per gli Heat, con i quali ha conquistato i primi due titoli della sua carriera nei quattro anni passati in Florida, che sono sempre coincisi con un viaggio alle Finals. “Quando sento Pat Riley penso a una delle più grandi menti che questo gioco abbia mai visto” ha detto, rispondendo a una domanda molto aperta del tipo ‘Cosa pensi di Pat Riley?’ che inizialmente lo aveva lasciato interdetto. “Ha vinto a tutti i livelli. L’altro giorno ho visto che ha giocato per il titolo in sei decenni diversi [negli anni ’70 come giocatore, ’80, ’90 e 2000 come allenatore, ’10 e ora ’20 come dirigente, ndr]: questa lega non sarebbe la stessa senza Riles. È un grande uomo, un grande motivatore, uno che sa cosa serve per vincere e che lo ha dimostrato nel corso di oltre 40 anni”. Grandi apprezzamenti anche per Erik Spoelstra, con cui ha imparato a vincere dopo averlo accettato come capo-allenatore: “È sfortunato che non abbia avuto il rispetto che merita: è dannatamente bravo, se non proprio grande. E lo è per merito della sua preparazione”.

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Di sicuro il titolo del 2020, indipendentemente da chi lo vincerà, verrà ricordato per le circostanze uniche in cui è stato disputato, con le squadre vicine a raggiungere i tre mesi nella bolla di Disney World. “È stata probabilmente la sfida più grande della mia carriera professionale, in termini di impegno per portare a termine qualcosa” ha detto James con molta sincerità sulla vita nella bolla. “Arrivando qui sapevo in cosa mi stavo impegnando, ma mentirei se dicessi che tutto qui dentro è andato tutto bene, perché il peso che ha avuto sulla testa e sul corpo è stato molto difficile da gestire. Ma sono qui per un solo motivo: competere per il titolo”. A partire da stanotte alle 3.00 in diretta su Sky Sport Uno e Sky Sport NBA con il commento di Flavio Tranquillo e Davide Pessina avrà la possibilità di farlo per la decima volta in carriera.

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