Finali NBA: Miami vince d’orgoglio, i Lakers vanno ko: serie riaperta sul 2-1
finali nbaJimmy Butler gioca la miglior partita della sua carriera e regala agli Heat un successo cruciale nella serie - nonostante l’assenza degli infortunati Bam Adebayo e Goran Dragic: per il n°22 di Miami tripla doppia da 40 punti, 11 rimbalzi e 13 assist. Ai Lakers non bastano i 25 punti, 10 rimbalzi e 8 assist di LeBron James, con Anthony Davis limitato dai falli e da un pessimo approccio alla partita
Miami Heat-Los Angeles Lakers 115-104
Gli Heat spalle al muro in gara-3 reagiscono con voglia, energia e convinzione e riprendono per i capelli una serie che in molti avevano già considerato conclusa. Un successo arrivato grazie alla mostruosa prestazione di Jimmy Butler - il protagonista in attacco e in difesa per Miami con i suoi 40 punti, 11 rimbalzi e 13 assist, oltre alla marcatura spesso efficace a protezione del ferro su LeBron James. Il n°22 degli Heat chiude in tripla doppia (secondo della storia della squadra della Florida dopo l’attuale n°23 dei Lakers) con cifre letteralmente mai viste prima in una finale NBA - terzo all-time a condirla con 40 punti, per citare uno dei tanti record infranti. Ci voleva un contributo straordinario da parte sua per provare a battere i gialloviola, dopo che Bam Adebayo e Goran Dragic sono stati ancora una volta costretti ad alzare bandiera bianca causa infortunio e a incitare i compagni dalla panchina. Al resto sul parquet hanno pensato Tyler Herro - coraggioso e con la solita faccia tosta, nonostante le modeste percentuali e i 17 punti raccolti con 6/18 al tiro. Quando contava di più nel quarto periodo però, il rookie di Miami non ha mai esitato, raccogliendo lo stesso bottino di Kelly Olynyk in uscita dalla panchina - più efficace con il suo 5/9 dal campo, tre triple e quattro liberi cruciali a bersaglio. Gli altri due giocatori in doppia cifra per gli Heat sono Duncan Robinson - che ha continuato a tirare nonostante le difficoltà, raccogliendo 13 punti con tre triple fondamentali - e Jae Crowder; un altro giocatore rivelatosi molto utile per la squadra della Florida su entrambi i lati del campo.
Ai Lakers manca Anthony Davis e la giusta intensità
Una partita che sin da subito ha dato segnali chiari rispetto al fatto che questa volta le cose sarebbero andate in maniera diversa. Miami infatti è subito balzata in vantaggio, ma a differenza di gara-1, nonostante la risalita dei Lakers, gli Heat hanno mostrato maggiore convinzione. A mancare ai gialloviola infatti è stata una delle loro armi migliori: Anthony Davis, che raccoglie zero punti, due falli e quattro palle perse nei primi sette minuti di partita e che non riesce mai a trovare ritmo e canestri. L’All-Star dei Lakers è limitato nell’approccio e nell’intensità prima ancora che nel contributo, esitante dopo due match giocati da dominatore: il risultato è la sua scomparsa nel momento cruciale della sfida, impalpabile in un quarto periodo da un solo tiro (sbagliato) e zero punti a referto quando la squadra di Los Angeles ha provato a riportarsi avanti nella volata finale. Alla sirena finale sono 15 i punti di Davis con 6/9 al tiro e cinque rimbalzi: Mancano i tiri prima ancora dei canestri e un ottimo LeBron James non riesce da solo a compensarne la mancanza. Il n°23 gialloviola è di gran lunga il migliore dei suoi, in aria di tripla doppia e autore di 25 punti, 10 rimbalzi e 8 assist con 9/16 dal campo. Non basta però, nonostante con i suoi passaggi riesca a trovare con continuità Markieff Morris e Kyle Kuzma, che chiudono con 19 punti a testa a nove triple complessive a bersaglio. Sono gli unici però, oltre alle solite visioni di Rajon Rondo, a dare una mano a James, in una serata da 43% dal campo e complicata in generale al tiro per una squadra che, forse troppo presto, aveva immaginato di aver già conquistato il titolo NBA. Contro questi Heat bisognerà sudare per ottenere altri due successi.