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NBA, Dallas Mavericks, Luka Doncic: "Ho lavorato sul tiro, quest'anno saremo più pronti"

media week

Risponde in quattro lingue diverse alle domande, non nasconde l'ambizione e si comporta da leader anche davanti alla telecamera: Luka Doncic, assieme a coach Carlisle e a Josh Richardson, ha aperto la "Media Week" di interviste in casa Mavericks, promettendo passi in avanti. "Non sono felice dei playoff 2020 perché abbiamo perso, ma quell'esperienza ci servirà"

Io sono pronto, ma i miei capelli molto meno”. Comincia con una mano che cerca di arruffare il ciuffo e uno sguardo attento in telecamera la stagione NBA di Luka Doncic, uno dei giocatori più attesi e chiamato a soli 21 anni a fare un ulteriore passo in avanti - come se già non ne avesse fatti a sufficienza nelle sue prime due annate nella Lega. “Abbiamo preso dei grandi giocatori in questa off-season, migliorato la squadra. I nuovi innesti possono aiutare in un bel po’ di modi”. Per i primi giorni bisognerà allenarsi a distanza e in maniera individuale, poi si inizierà a giocare tutti insieme: “L’obiettivo è sempre quello di migliorare, non ho mai nascosto il fatto che voglia vincere prima o poi un titolo NBA. La chiave sarà condividere più tempo possibile insieme ed evitare il contagio da COVID-19”. Altra occasione da non farsi scappare, fare tesoro dell’esperienza accumulata ai playoff qualche mese fa: “Quale è il mio giudizio sulla off-season? Non positivo perché non abbiamo vinto. Ho imparato tanto, non solo io ma tutta la squadra. Possiamo usare quell’esperienza per fare meglio quest’anno”. Lui dice di aver lavorato molto sul suo tiro - “semplicemente provandolo tante volte in palestra”, dettaglia a chi chiede spiegazioni - e promette che quest’anno le cose cambieranno: “Abbiamo commesso errori di giovinezza, ma quest’anno le cose andranno decisamente meglio. Ne sono convinto. Sono felice dei rookie che sono arrivati in squadra, possono fare molto bene”.

Carlisle aspetta Porzingis: “Il recupero sta andando per il meglio”

Prima dell’intervista finale a Doncic, ha preso la parola coach Carlisle - il riferimento in spogliatoio e in società da anni dei Mavericks e il pilastro fondamentale attorno a cui in Texas sono riusciti a costruire una cultura vincente. Un allenatore ben consapevole del fatto che, nonostante Dallas abbia dimostrato di avere grande attitudine offensiva, per riuscire a imporsi ad alto livello bisognerà cambiare l’approccio della squadra a protezione del ferro: “Un aspetto troppo sottovalutato dei Lakers campioni NBA è stata la loro difesa, hanno vinto grazie a quella”, ripete più volte, sottolineando come l’altruismo sarà la chiave per far funzionare le cose anche quando i Mavericks saranno senza il pallone. Uno dei punti cruciali sarà il recupero di Kristaps Porzingis e l’opportunità di averlo a disposizione sul parquet: “Dobbiamo aspettare gennaio e poi capire quando potrà tornare in campo, il recupero sta andando nel migliore dei modi”. Nel frattempo toccherà affidarsi anche al nuovo arrivato Josh Richardson, il terzo membro dei Mavericks intervenuto in questo primo giorno di Media Week a distanza a cui la NBA è stata costretta a causa della pandemia da COVID-19.

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L’ex giocatore dei Sixers sarà la spalla ideale a livello difensivo da schierare al fianco di Doncic, o almeno questa è la speranza sua e della franchigia: “Porto difesa, leadership e spirito di squadra”, risponde sorridendo ai cronisti texani che gli danno il benvenuto, prima di raccontare un aneddoto del suo passato. Con Doncic infatti, quello che non esita a definire in prospettiva il miglior giocatore NBA, è sceso in campo prima che la point guard slovena arrivasse in NBA durante una partita d’esibizione a Santa Barbara e una volta tornato a Miami ha detto ai suoi amici che sarebbe stato la prima scelta assoluta al Draft. “Sono rimasto sorpreso dalla sua forza e una volta entrato nella Lega è riuscito ad andare anche oltre le mie aspettative”. Veste lo stesso n°0 che a Dallas ha indossato Shawn Marion, ma è lui stesso ad ammettere che le sue caratteristiche fisiche sono diverse. “Studio da Jimmy Butler, uno dei miei giocatori preferiti. Guardo anche a Kawhi Leonard: sono loro i miei riferimenti”. La tipologia di giocatore che ai Mavericks potrebbe fare davvero molto comodo.

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