Il celebre "Reign Man", all'ingresso nella lega nel 1989, fa la conoscenza con "Larry Legend". Entrambi vengono dallo stato dell'Indiana, ma non per questo il n°33 di Boston ci va leggero al primo incontro con la giovane ala di Seattle. Anzi...
Quando si parla di trash talking, ci sono nomi che non mancano mai: Gary Payton, ad esempio; o Kevin Garnett; Michael Jordan; Reggie Miller. Ma sicuramente anche Larry Bird. Dietro un aspetto da giocatore (e persona) normale, non solo si è nascosto uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi ma anche una delle bocche più larghe che la NBA abbia mai conosciuto. Lo racconta Shawn Kemp, una carriera al fianco proprio di Gary Payton (un altro con la radio sempre accesa) a Seattle. Il celebre n°40 dei Supersonics ha raccontato del suo primo incontro ravvicinato con “Larry Legend”, nel suo anno da rookie. Seattle va a Boston attorno a metà dicembre 1989 e Kemp assaggia per la prima volta il legno del parquet incrociato del vecchio Boston Garden — e non solo.
“Io vengo dall’Indiana, Bird ovviamente è pure lui dell’Indiana. Alla palla a due mi si avvicina e mi dice: ‘Sei tu quello che ha battuto tutti i miei record scolastici statali?’. E io: ‘Sì’. ‘E sei sempre tu quello che si divertiva a schiacciare in testa a mio fratello Andy?’. ‘Esattamente’, gli risposi. ‘OK, ho qualcosa per te allora, stasera…’, mi disse”. E dalle parole Bird passa ai fatti, in un attimo: a fine serata Bird esce dal campo solo dopo aver firmato una tripla doppia, autore di 40 punti, 11 rimbalzi e 10 assist, tirando con il 63% dal campo (17/27) e con il 40% da tre punti (2/5). Benvenuto nella NBA, Shawn Kemp. Firmato Larry Bird.