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NBA, i Bucks squadra dell'anno per "Sports Illustrated", premiato anche Jamal Murray

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©Getty

Non hanno vinto (come invece hanno fatto le tre squadre in finale con loro per il premio) ma si sono resi protagonisti di qualcosa di ancora più grande e importante: la decisione dei Milwaukee Bucks di non scendere in campo per protestare contro l'ingiustizia razziale durante gli scorsi playoff è valso alla franchigia del Wisconsin il premio del prestigioso settimanale americano

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Hanno dominato la stagione regolare NBA per il secondo anno in fila e hanno espresso — anche qui per la seconda volta consecutiva — l’MVP NBA (Giannis Antetokounmpo). Eppure, dietro la scelta del celebre settimanale sportivo “Sports Illustrated” nel nominare i Milwaukee Bucks come la “squadra dell’anno”, i motivi non solo soltanto sportivi. Lo spiega meglio di tutta la motivazione utilizzata dallo stesso magazine USA: “I Bucks hanno vinto il premio per aver utilizzato la loro piattaforma per prendere una posizione decisa nella lotta contro il razzismo”. Non viene quindi dimenticato — e anzi, viene sottolineato con forza — come lo stop nel mezzo dei playoff NBA in solidarietà alla comunità afroamericana alla prese con episodi sempre più violenti di brutalità da parte della polizia sia nato proprio da una decisione dei Bucks. Sono stati loro — capitanati da George Hill e Sterling Brown — a scegliere di non scendere in campo per la gara di playoff contro gli Orlando Magic, innescando le reazioni a catena non solo di tutte le altre squadre NBA ma anche delle franchigie di altri sport che hanno portato allo stop provvisorio di moltissime competizioni.

Da lì in poi, NBA e Black Lives Matter sono quasi divenuti sinonimi, e le conseguenze di quella prima decisione dei Bucks sull’impegno di tutto il mondo sportivo nelle questioni sociali e razziali emerse con drammatica forza negli Stati Uniti viene celebrato da Sports Illustrated, pronto a mettere in secondo piano il fallimento sportivo (con l’eliminazione in semifinale di conference ai playoff) della squadra di coach Budenholzer. Milwaukee ha battuto i Kansas City Chiefs campioni NFL, i Los Angeles Dodgers campioni MLB e i Tampa Bay Lightning campioni NHL. Perché a volte vincere sul campo non è tutto.

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Jamal Murray “rivelazione” dell’anno

Il termine “breakout” in inglese non è proprio traducibile con “rivelazione”, perché obiettivamente Jamal Murray non può certo essere considerato una rivelazione. “To breakout” significa emergere a un livello ancora superiore, e allora ecco  che i playoff da autentico protagonista della guardia dei Denver Nuggets giustificano il premio da lui vinto nella categoria “Breakout of the Year”. Con sei prestazioni a 30 o più punti nei playoff — che lo hanno visto toccare anche quota 50 punti — Murray ha così avuto la meglio (ancora una volta, dopo il successo sul campo) su Donovan Mitchell (uno dei quattro candidati al premio), ma anche sulla giovane stella delle Mystics Myisha Hines-Allen e sul campione dei Cleveland Indians Shane Bieber.

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