"Dobbiamo cambiare", dice facendo finalmente sentire la sua voce il n°2 di L.A., infuriato per la seconda parte di gara disputata dai suoi contro Golden State: 52-18 il parziale degli Warriors, 11 le palle perse dai Clippers durante la rimonta di Curry e compagni. E si scopre - statistiche alla mano - che non è un caso
A L.A. (sponda i Clippers) i ricordi della serie di playoff persa contro Denver nella bolla sono troppo freschi per fare del ko subìto contro Golden State una sconfitta come le altre. Sopra anche di 22 punti al Chase Center (85-63 con 3’15” ancora da giocare nel terzo quarto), la squadra di coach Tyron Lue si è sciolta come neve al sole: 52-18 il parziale messo a segno da Steph Curry e compagni, 11 le palle perse dei Clippers in quel segmento di partita che ha condannato Kawhi Leonard e compagni. E proprio l’ex giocatore di Spurs e Raptors ha fatto sentire la sua voce nel post-partita: “Dobbiamo cambiare. Dobbiamo assolutamente cambiare. Dobbiamo fare meglio”, ha ripetuto, quasi incredulo. Autore di 24 punti lui, di 25 l’altra superstar di squadra — Paul George — la coppia di superstar di L.A. ne ha però prodotti solo 4 negli ultimi 12 minuti (1/3 Leonard, 1/1 George), assistendo impotente all’ennesimo collasso targato Clippers. “Il nostro terzo quarto è stato terribile difensivamente [Golden State ha messo a segno 30 punti tirando il 44% abbondante da tre punti, ndr], gli abbiamo lasciato un sacco di tiri smarcati, ignorando i loro tiratori — in un paio di occasioni perfino Steph Curry”, le parole critiche di Leonard, la cui analisi a uso e consumo dei media, però, finisce qui: “Non vi racconto certo cosa ci siamo detti dopo la partita. Questo deve rimanere dietro le porte chiuse di uno spogliatoio”.
Rimonte subite: i Clippers perdono il pelo ma non il vizio
Le rimonte subite non sono certo una novità per i Clippers, perché dall’inizio della scorsa stagione — playoff inclusi — nessuna altra squadra NBA ha perso così tante partite (8) dopo essere stata in vantaggio di almeno 15 punti come quella di Leonard e soci. Una debolezza che aveva finito per costare la panchina a coach Doc Rivers, perché il collasso — da sopra 3-1 al 3-4 finale — ai playoff contro Denver non gli è stato perdonato. Tyronn Lue spera di non dover incominciare a fronteggiare gli stessi fantasmi.