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NBA, James Harden dopo la sconfitta Rockets: “Non siamo abbastanza forti per competere”

le parole

Fanno discutere le parole del Barba rilasciate al termine della - brevissima - conferenza stampa del post-partita dopo aver incassato la seconda pesante sconfitta contro i Lakers. A chi chiedeva conto di una possibile rimonta contro i gialloviola, ha replicato: “Amo Houston, ho fatto tutto il possibile, ma questa situazione non si può risolvere. Non siamo una contender”

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Un arrabbiato, infastidito (e ingrassato, notano i più critici) James Harden ha di nuovo messo le sue intenzioni in chiaro con la franchigia che, al momento, continua a non avere nessuna intenzione di cederlo. Almeno non in cambio delle modeste proposte ricevute finora. Houston, naufragata per la seconda volta consecutiva contro i Lakers, ha dimostrato di non essere in grado di competere ad alto livello; una situazione frustrante che il Barba aveva già sottolineato in estate e che è tornato a commentare a margine della sconfitta senza appello incassata contro i campioni in carica: “Sorpreso perché non siamo rientrati in partita? Assolutamente no, non siamo abbastanza forti per farlo. A livello di talento, di chimica di squadra, manca tutto. È chiaro già da un po’. Io amo questa città, ho letteralmente fatto tutto il possibile per provare a vincere, ma la situazione in squadra in questo momento è folle. Non credo sia qualcosa che si possa risolvere”. Un attimo di silenzio, un “grazie” a chi ha fatto le domande (soltanto due, a dire la verità) e poi via - giù dal podio delle interviste al termine di quello che è sembrato davvero un ultimo discorso da giocatore dei Rockets da parte di Harden. Almeno nelle intenzioni.

In una lega in cui è ufficialmente vietato chiedere una cessione e parlare di un possibile cambio di maglia, difficile immaginare parole più chiare da parte di Harden per indicare la sua intenzione di cambiare aria. Il problema però resta gigantesco: i Rockets infatti negli ultimi due mesi - da quando il Barba ha messo in chiaro la sua intenzione di voler fare le valigie - non hanno trovato nessuna offerta che si avvicini a quanto immaginato. Houston cerca non solo scelte al Draft, ma anche un giocatore giovane e futuribile a cui poter affidare la franchigia nel medio-lungo periodo. Richiesta troppo elevata in cambio di un giocatore che, nonostante il pessimo stato di forma, resta uno dei migliori realizzatori della storia del Gioco, un talento condizionante che può regalare gioie e titoli NBA nell’immediato a diverse franchigie. I suoi tre anni di contratto sono una garanzia per i Rockets, che tuttavia si rendono conto del fatto che la sua presenza in spogliatoio è ormai problematica per tutto il resto del roster, come dimostrato dalle parole di uno stizzito John Wall: “Quella è la sua opinione. Non posso sapere quali sono i suoi pensieri e i suoi sentimenti nei confronti della squadra. So però quanto stiamo lavorando duro per provare a essere migliori ogni giorno. Sono passate soltanto nove partite di regular season, non mi sembra il momento di dare dei giudizi definitivi”.

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