Al centro dei Sixers è piaciuto poco un fallo ricevuto dalla superstar dei Lakers e punito dagli arbitri soltanto con un flagrant di tipo 1 ("Contatto non necessario"). "L'avessi fatto io sarei stato espulso", dice Embiid, che contesta anche il flagrant subìto per una gomitata (a suo dire involontaria) contro Anthony Davis
Metà terzo quarto, Philadelphia sopra di 5 punti. Embiid riceve un lob in post basso che gli permette di evitare la difesa di anticipo di Marc Gasol e va su forte per la schiacciata. Ha altri piani LeBron James, che lo manda per le terre senza troppi complimenti, sfidando il lungo dei Sixers a conquistarsi i due punti dalla lunetta. Ma il fallo duro del n°23 dei Lakers — punito dalla terna arbitrale con un flagrant foul di tipo 1 (“Contatto non necessario”) — piace poco a Embiid, che nel post-partita non nasconde la sua rabbia: “Si è trattato di una giocata molto pericolosa. Vi garantisco che se l’avessi fatta io con ogni probabilità mi avrebbero immediatamente espulso dalla partita”. La spinta di James infatti arriva quando Embiid ha già lasciato il parquet con entrambi i piedi, ed è quindi in aria: basta anche solo un leggero contatto (e questo leggero non lo è troppo stato) per provocare una perdita di equilibrio pericolosa.
A maggior ragione per un giocatore come il centro dei Sixers, crollato a terra dolorante alla schiena, una zona del corpo per lui delicata che storicamente lo ha limitato fisicamente: “È stato evidente come, dopo aver ricevuto quel colpo, la sua mobilità non sia più stata la stessa”, ha detto coach Doc Rivers a difesa del suo giocatore, che veniva da una gara saltata (quella contro Detroit) per un irrigidìmento proprio alla schiena. Lo stesso Rivers, poi, ha provato a spegnere eventuali focolai di polemica, sgombrando il campo da possibili equivoci: "LeBron non è un giocatore 'sporco', questo sia chiaro. È stata una giocata fisica, che richiedeva un fallo flagrant da parte degli arbitri".