
NBA, risultati della notte: i Lakers perdono di nuovo, Houston fa quattro in fila
Senza Anthony Davis tenuto a riposo, i campioni NBA in carica incassano la seconda sconfitta nel giro di 24 ore - battuti a sorpresa dai Pistons. I Clippers sono costretti a rinunciare a Kawhi Leonard e Paul George ma vincono a Miami in volata, Houston supera nel finale Portland (30 punti di Damian Lillard) dopo essere finita sotto di 20 lunghezze nel primo quarto. Phoenix vince contro Golden State, altri sei minuti in campo per Nico Mannion

HOUSTON ROCKETS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 104-101 | Non è bastato il primo quarto terribile giocato dai Rockets e le 20 lunghezze di vantaggio accumulate nei primi dieci minuti dai Blazers per regalare a Portland un successo esterno messo in discussione dal 36-18 di parziale nel secondo quarto e definitivamente sfuggito via negli ultimi istanti di gara - con Oladipo che a 26 secondi dalla sirena segna il canestro del +3, seguito dall’errore di Gary Trent Jr. dall’arco e dal libero a segno di Christian Wood
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Alla sirena finale sono tre i giocatori in casa Rockets oltre quota 20, guidati dai 25 punti con 11/23 dal campo e un modesto 2/10 dalla lunga distanza di Victor Oladipo: “Durante la mia carriera, mi sono ritrovato spesso ad avere a che fare con persone che non credevano in me: in fondo è sempre stata una sfida”, ha raccontato l’ex Pacers nel post-partita. John Wall ne aggiunti 20 con sei assist e Christian Wood 22 con 8/12 dal campo e ben 12 rimbalzi

Portland, ancora senza un bel po’ di infortunati tra cui McCollum e Nurkic, si aggrappa invano ai 30 punti realizzati da Damian Lillard - sempre più un uomo solo al comando - e a un ispirato Gary Trent Jr.; chirurgico con i piedi oltre l’arco e autore di 23 punti con 7/13 dalla lunga distanza. I Blazers non riescono così a evitare la quarta vittoria in fila di Houston, che da quando è andato via James Harden è diventata anche la miglior difesa NBA per rating difensivo
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DETROIT PISTONS-LOS ANGELES LAKERS 107-92 | Dura tre quarti o poco più la resistenza dei campioni NBA in carica, alla seconda sconfitta nel giro di 24 ore arrivata al termine di un match disputato senza l’infortunato Anthony Davis - fuori a causa di una contusione al quadricipite. Detroit scappa via nel quarto periodo grazie a un 16-0 di parziale ispirato da una tripla di Blake Griffin - uno dei cinque giocatori in doppia cifra alla sirena finale
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L’ex All-Star dei Clippers lotta e dà battaglia sotto canestro spesso contro LeBron, raccogliendo 23 punti e una rara vittoria in questo complicato primo mese di regular season. Griffin tira 8/16 dal campo, 5/10 dall'arco e condisce il tutto con sei rimbalzi, mentre ai suoi bersagli si aggiungono quelli di un Wayne Ellington da 20 punti e 6/9 dall’arco per Detroit e i 17 e 10 rimbalzi di Mason Plumlee

Dall’altra parte James resta in dubbio fino all’ultimo a causa dei soliti problemi alla caviglia, ma poi coach Vogel decide di metterlo in campo (e per metà gara sembra la scelta giusta): LeBron segna 20 dei suoi 22 punti prima dell’intervallo lungo, partendo con un perfetto 4/4 con i piedi oltre l’arco. La stanchezza però nel finale fa la differenza, con i compagni di squadra che non vanno oltre i 22 punti di Kyle Kuzma e i 10 di Dennis Schroder

MIAMI HEAT-L.A. CLIPPERS 105-109 | I tifosi degli Heat, a cui è stato concesso per la prima volta negli ultimi dieci mesi l’accesso alla American Airlines Arena (in maniera contingentata), speravano di godersi una partita con un risultato diverso - con Miami travolta dal 20-2 di parziale che nel terzo quarto ha rimesso in corsa i Clippers, poi abili a non sciupare tutto negli ultimi minuti di gioco
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“La vittoria dei gregari”, il titolo che si potrebbe dare al successo della squadra di Los Angeles - guidata dai 18 punti di Nicolas Batum e dai 17 di Lou Williams; veterani consapevoli di dover fare le veci di Paul George e Kawhi Leonard, entrambi assenti a causa del protocollo anti-COVID. “Un grande successo”, lo ribattezza subito coach Lue, che sotto di 18 lunghezze in avvio non avrebbe mai sperato in un ribaltone del genere

Miami invece, ancora senza Jimmy Butler, non va oltre i 19 punti di Tyler Herro; tornato in campo dopo sette gare d’assenza a causa di problemi al collo. Gli Heat incassano così la 12esima sconfitta a fronte di sole sei vittorie: le finali NBA dello scorso ottobre appaiono ormai un lontano ricordo per una squadra che deve trovare in breve tempo il modo per tornare a vincere

PHOENIX SUNS-GOLDEN STATE WARRIORS 114-93 | Dura poco più di un tempo la resistenza opposta dagli Warriors in trasferta a una squadra da playoff come i Phoenix Suns: a segnare il corso della sfida è il 33-24 di parziale arrivato nella terza frazione, nonostante Curry in quei 12 minuti dia fondo a tutte le sue energie, segnando 14 dei suoi 27 punti complessivi proprio nel bisogno di massima necessità, senza riuscire a tenere a galla Golden State
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Una vittoria importante che dà enorme consapevolezza ai Suns, vincenti e convincenti nonostante l’assenza di Devin Booker e alla partita incolore (almeno a guardare i numeri) di Chris Paul, autore di 13 punti con 13 tiri e soli quattro assist a referto e con in dote un numero identico di palle perse. Ci pensano gli altri: sette giocatori in doppia cifra, 20 punti di uno scatenato Mikal Bridges, 12 con 13 rimbalzi di Ayton e 13 con tre triple di Cameron Johnson

Altro spazio e altri minuti in campo per Nico Mannion, schierato da coach Steve Kerr nell’ultimo quarto quando ormai la partita era definitivamente sfuggita di mano agli Warriors: per lui sei minuti sul parquet chiusi con 0 punti nonostante i quattro tentativi (tre dalla lunga distanza), a cui il rookie di passaporto italiano aggiunge quattro rimbalzi e un paio d’assist
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