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NBA, Kobe Bryant: Vanessa rende pubblici i nomi dei poliziotti che hanno diffuso le foto

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Aveva ottenuto da un tribunale di Los Angeles l'autorizzazione a rendere pubblici i nomi dei 4 agenti colpevoli di aver condiviso foto scattate sul luogo dell'incidente a Calabasas. Ha scelto di farlo con una serie di post dal suo account Instagram, rendendo così pubbliche le loro identità agli oltre 14 milioni di suoi follower

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A quasi 14 mesi dal tragico incidente di Calabasas, la morte di Kobe Bryant, della figlia Gigi e degli altri 7 passeggeri a bordo dell’elicottero è una ferita ancora aperta per la moglie del fuoriclasse dei Lakers, Vanessa Bryant. Infuriata dalla scoperta che alcuni agenti della polizia di Los Angeles avrebbero scattato — e poi fatto circolare — foto delle vittime e della scena dell’incidente, la vedova Bryant ha pubblicato sul suo account Instagram (seguito da 14.4 milioni di persone) i nomi dei quattro agenti responsabili di questo ignobile gesto. Che sia stato possibile rendere pubblica la loro identità è il risultato di una precedente causa al Los Angeles County Sheriff's and Fire departments intentata dalla stessa signora Bryant. Ottenuto l’ok dal tribunale, è arrivato il post social (anzi, una serie di post, ben 12) nel quale i nomi degli agenti sono evidenziati all’interno di un box rosso (Joey Cruz, Rafael Mejia, Michael Russell e Raul Versales). Mejia, in particolare, è accusato di aver scattato e salvato sul suo cellulare personale dalle 25 alle 100 foto (soggetto, in alcuni casi, proprio i corpi carbonizzati delle vittime) e averle poi spedite a Cruz, colpevole a sua volta di averle inoltrate a Russell, il quale addirittura le avrebbe poi mostrate al proprietario di un bar di Norwalk.

Sia Russell che Versales sono poi accusati di aver ulteriormente mostrato le foto in questione a personale della polizia che nulla aveva a che fare con le indagini sull’incidente del 26 gennaio 2020. Sulle azioni di questi 4 agenti della polizia di Los Angeles — che nel documento pubblicato da Vanessa Bryant compaiono come “defendant”, ovvero imputati — dovrà ora pronunciarsi un tribunale.

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