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NBA, Clippers: nella rimonta con Atlanta si è vista l'anima della squadra

l'analisi

Francesco Bonfardeci

Il talento ai Clippers non manca, quello che fin qui è sembrato mancare è qualcosa a livello di carattere, di anima. E in questo senso la vittoria dopo l'incredibile rimonta da -22 contro Atlanta potrebbe rappresentare una svolta

Forti? Sì, non ci sono dubbi. In grado di puntare al titolo? Certo! Con un roster profondo? Eccome! E le stelle? Ci sono, ci sono: Kawhi Leonard e Paul George. Allora cosa è mancato fino a oggi ai Clippers? Forse l’anima. Fin da quella sciagurata gara-7 persa con i Nuggets ai playoff dell’anno scorso. Non siamo certi di sapere di cosa si tratti, ma forse – dal punto di vista cestistico - potrebbe avere a che fare anche con il desiderio di non perdere, di non fare brutte figure. Poca, pochissima anima contro Pelicans e Mavs; molta, moltissima contro gli Hawks. Contro Atlanta i Clippers sono piombati a meno 22. Spesso, significa partita chiusa. Spesso, significa “pensiamo alla prossima”. Non questa volta. Coach Tyronn Lue a metà del terzo quarto ha tolto dal campo tutto il quintetto-base. Tutti e cinque. Gli allenatori a volte lo fanno, per dare una scossa, si dice di solito. E la partita è cambiata. I Clippers questa partita non volevano perderla. Le riserve hanno portato un po’ di anima e l’energia che servivano per rimontare, il talento per vincerla l’ha portato Kawhi Leonard. E se persino un “freddo” come Kawhi Leonard si lascia andare a un urlo liberatorio, significa che forse questa partita ha dato ai Clippers qualcosa in più di una semplice vittoria. Non basta essere semplicemente forti o più forti di qualcun altro, serve l’anima.