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NBA, via dalla Georgia l'All-Star Game del baseball: e LeBron James esulta

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La star dei Lakers - così come diversi allenatori NBA, da Steve Kerr a Nate McMillan - ha espresso la propria soddisfazione rispetto alla decisione delle Major League Baseball di punire lo stato della Georgia, reo di voler introdurre una nuova legislazione tendente a limitare l'accesso dei cittadini al voto. E così la partita delle stelle del baseball cambia sede, proprio com'era successo nella NBA nel 2017

La MLB si schiera a supporto del diritto di voto per tutti gli americani, opponendosi a qualsiasi restrizione al diritto di voto”. Con queste motivazioni, il commissionare delle Major League Baseball Robert D. Manfred Jr. ha annunciato la decisione della sua lega di togliere l’All-Star Game alla città di Atlanta, in Georgia. La decisione arriva in diretta reazione alle legge statale recentemente introdotta (beffardamente denominata “The Election Integrity Act of 2021”) che introduce ulteriori difficoltà al processo di espressione del proprio voto, dalla necessità di presentare altri documenti di identificazione all’assurdo divieto di distribuire cibo e acqua ai votanti in fila ai seggi. Una decisione — quella presa dalla MLB — che è piaciuta molto anche nei circoli NBA, dove una dinamica molto simile era andata in scena nel 2017, con la decisione di spostare la partita delle stelle da Charlotte a New Orleans per la presenza di legislazioni discriminatorio nei confronti delle persone transgender in vigore nel North Carolina. “Oggi sono orgoglioso di potermi dire membro della famiglia MLB”, ha twittato LeBron James, che ha una partecipazione nella società che controlla i Boston Red Sox, rimandando poi all’account del suo progetto “More than a vote”: “Abbiamo chiesto allo stato della Georgia di abortire questa nuova legislazione. Non l’hanno voluto fare e ora la MLB gli toglie l’All-Star Game. Tutti dovrebbero prender nota di quanto è successo e capire che ogni azione porta a determinate conseguenze”, si legge sull’account @morethanavote.

Da McMillan a Kerr, il coro concorde degli allenatori NBA

Anche più di un allenatore — a partire da Steve Kerr — ha fatto sentire la propria voce: “Felicissimo della decisione MLB. La cosiddetta corporate America deve far sentire la sua voce quando si tratta del rispetto della democrazia e della giustizia. La MLB ha dimostrato molto coraggio e spero che tante altre grosse aziende ne seguano l’esempio”. L’allenatore più “vicino” territorialmente al terremoto — l’head coach degli Atlanta Hawks Nate McMillan — va anche oltre: “Continuano a cercare nuovi modi per impedire alla gente di andare al voto. Proprio non lo capisco. In America è più facile comprare un’arma — ti basta un documento di identità, non c’è bisogno di lezioni o di un patentino — che prendere la propria patente di guida”. “Quello che stanno cercando di fare in Georgia è abbastanza ovvio, così come è ovvio che sia anti-democratico”, aggiunge l’allenatore di New Orleans Stan Van Gundy. “Sono felice che la gente scelga di resistere a questi soprusi: un bravo alla MLB”, il messaggio del coach dei Pelicans, concluso da una battuta: “Anzi, martedì dovremmo giocare ad Atlanto contro gli Hawks: chiederò che anche quella gara sia spostata, e si giochi da noi a New Orleans”.

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