
NBA, risultati della notte: Tatum ne segna 53 e Boston vince, Bradley Beal punisce Curry
Jayson Tatum diventa il più giovane Celtic di sempre a segnare 53 punti, superando Larry Bird nel successo contro Minnesota. Washington vince in casa di Golden State con un rocambolesco gioco da 4 punti di Bradley Beal, Denver conquista l'ottava vittoria in fila grazie a Nikola Jokic formato MVP. Atlanta resiste ai 50 punti di Zach LaVine con un Gallinari decisivo nel quarto periodo, Zion Williamson travolge Philadelphia con 37 punti. Successi per New York all'OT, Charlotte, Indiana e Clippers

BOSTON CELTICS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 145-136 OT | Forse i Boston Celtics si aspettavano che una partita interna contro la squadra col peggior record della NBA fosse più semplice, invece si sono dovuti sudare la quarta vittoria nelle ultime cinque partite fino al supplementare. Per di più hanno dovuto rimontare 17 punti di svantaggio nel terzo quarto, ma poi ci ha pensato uno straordinario Jayson Tatum a firmare la vittoria
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Il 23enne è diventato il più giovane nella storia dei Celtics a segnare 53 punti in una partita, superando il record di Larry Bird. Per farlo ha avuto bisogno di 18 punti tra quarto periodo e supplementare, stracciando il suo precedente massimo in carriera da 41 punti con uno spettacolare 16/25 al tiro (di cui 6/10 da tre) e 15/16 dalla lunetta — un enigma irrisolvibile per la difesa dei T’Wolves. L’unico rimpianto? “Non c’era mio figlio a vedermi. Vorrà dire che lo rifarò quando ci sarà” ha detto con un sorriso
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Ai Timberwolves rimane giusto la consolazione di aver combattuto davvero fino all’ultimo, cosa che non sempre è successa in questa complicata stagione. Karl-Anthony Towns è stato il migliore dei suoi con 30 punti e 12 rimbalzi, seguito dai 24 di Anthony Edwards e i 26 di D’Angelo Russell. Proprio il playmaker aveva segnato la tripla del pareggio a 8.6 secondi dalla fine dei regolamentari per forzare l’overtime, suggellando una rimonta da -11 nel periodo finale — purtroppo per loro inutile
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GOLDEN STATE WARRIORS-WASHINGTON WIZARDS 107-110 | Finale di gara rocambolesco tra Warriors e Wizards, finito in favore degli ospiti nella maniera più inaspettata. Sopra di tre a meno di 20 secondi dalla fine, Golden State aveva solo bisogno di non subire un tiro da tre punti e di non commettere fallo. Invece, dopo un errore di Russell Westbrook, sono riusciti incredibilmente a commettere entrambe le cose, trovando una sconfitta davvero pesante
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L’eroe per Washington è stato Bradley Beal, che dopo una partita decisamente sottotono per i suoi standard (7/16 per 20 punti alla fine) è stato il più veloce di tutti ad avventarsi sul rimbalzo d’attacco, mettendo i piedi dietro l’arco per segnare la tripla della parità a 6.1 secondi dalla fine — trovando anche il fallo di Andrew Wiggins per il libero del sorpasso. Sul possesso successivo Jordan Poole ha rinunciato a un lay-up contestato per cercare uno scarico, regalando il pallone agli avversari e condannando Golden State alla sconfitta
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Washington aveva perso 12 delle ultime 16 partite, ma si ritrova alla Oracle Arena grazie anche alla 21^ tripla doppia stagionale di Russell Westbrook (19 punti, 14 rimbalzi e 14 assist, avvicinandosi a -14 dalle 181 di Oscar Robertson) e i 22 punti di un positivo Rui Hachimura, oltre al massimo stagionale da 20 di Robin Lopez e i 15 di Alex Len
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Niente da fare, di nuovo, per Steph Curry, che deve di nuovo masticare amaro al termine di una partita che sembrava decisamente nelle mani di Golden State a pochi secondi dalla fine. I suoi 32 punti con 11/25 al tiro non sono bastati neanche stanotte, sprecando una buonissima serata al tiro di Kelly Oubre (8/13 con 4 triple a segno per 23 punti), i 18 di James Wiseman in quintetto e i 15 di Andrew Wiggins. Fuori dalla rotazione per scelta tecnica Nico Mannion
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DENVER NUGGETS-SAN ANTONIO SPURS 121-119 | Non si ferma la marcia dei Nuggets, che conquistano l’ottava vittoria consecutiva (la settima da quando c’è Aaron Gordon) battendo di nuovo San Antonio in casa per la seconda volta in tre giorni. Sopra anche di 18 lunghezze nel primo tempo, i Nuggets hanno però tremato fino alla fine quando gli sforzi di Derrick White (25 punti) e DeMar DeRozan (24 e 12 assist) avevano riportato gli Spurs a contatto, avendo anche tre tiri per pareggiarla — ma senza successo
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Nikola Jokic ha aggiunto un’altra prestazione scintillante alla sua candidatura per il premio di MVP: 26 punti, 13 rimbalzi e 14 assist per la 54^ tripla doppia in carriera, seguito dai 22+10 di Michael Porter Jr. e i 21 di Monte Morris per far fronte all’assenza di Jamal Murray (terza gara saltata per un ginocchio destro dolorante). Per Denver anche stanotte sono arrivati 32 assist, portando a 18 la striscia di partite con almeno 25 passaggi vincenti — la più lunga nella storia della franchigia
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ATLANTA HAWKS-CHICAGO BULLS 120-108 | Si interrompe a tre la striscia di successi dei Chicago Bulls, che non ne vincono quattro in fila dal dicembre del 2017. E non perché non ci abbiano provato: un primo tempo sensazionale di Zach LaVine da 39 punti li aveva mandati all’intervallo sopra di 13 lunghezze, ma la diversa aggressività di Atlanta nella ripresa ha fatto la differenza, con i padroni di casa capaci di vincere il secondo tempo 67-42
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Sempre senza John Collins per la sesta partita consecutiva, gli Hawks si sono aggrappati a un Trae Young in serata decisamente ispirata con 42 punti, 8 rimbalzi e 9 assist pur segnando una sola tripla, accompagnato dalla solita doppia doppia del rientrante Clint Capela (22+10 con 10/12 al tiro) e dalle doppie cifre di Kevin Huerter e Bogdan Bogdanovic in quintetto, vincendo la quinta partita nelle ultime sei
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A fare la differenza per suggellare la rimonta è stato però Danilo Gallinari, che ha segnato 15 dei suoi 20 punti nell’ultimo quarto con tre delle sue quattro triple di serata tutte pesantissime, giocando l’intero periodo finale senza mai uscire. Per lui alla fine 6/16 al tiro e anche 6 rimbalzi e parole di ottimismo a fine gara: “Vincere partite come questa ci dà fiducia per le prossime: ora sappiamo cosa serve per portare a casa gare di questo tipo e quali tiri dobbiamo prenderci. La chimica sta migliorando”
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A farne le spese è stato soprattutto LaVine, che ha chiuso con il suo massimo in carriera da 50 punti pur senza riuscire a replicare il primo tempo da 39 — solo il terzo nell’ultimo ventennio dopo Kobe Bryant e Klay Thompson a riuscirci. A un certo punto del secondo quarto l’All-Star di Chicago ha segnato 25 punti in fila nonostante la fatica ("Provavo ad andare in lunetta perché ero stanchissimo" la sua ammissione), ma Atlanta non ha mollato il colpo nonostante i 25 aggiunti da Nikola Vucevic per i Bulls
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NEW ORLEANS PELICANS-PHILADELPHIA 76ERS 101-94 | La continuità non è certo la qualità migliore dei Pelicans, ma su singola serata possono essere un avversario scomodo per chiunque. Soprattutto perché Zion Williamson è una forza della natura difficile da arginare, come hanno provato a proprie spese i Sixers — che nonostante fossero al completo, sono stati tenuti al minimo stagionale con 94 punti, complice il brutto 5/16 per 14 punti di Joel Embiid e l’11/31 di squadra da tre
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Soprattutto i Sixers non hanno trovato alcuna risposta per Williamson, che ha sempre trovato la via del canestro per ricacciarli indietro dopo ogni tentativo di rimonta, segnando 14 dei suoi 37 punti finali nel quarto periodo. Al 15/28 dal campo ha aggiunto anche 15 rimbalzi e 8 assist, sopperendo anche alla serata da 5/21 al tiro di Brandon Ingram al rientro dopo cinque partite di assenza. New Orleans è ora a una gara di distanza dal decimo posto occupato da Golden State per agganciare il torneo play-in
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NEW YORK KNICKS-MEMPHIS GRIZZLIES 133-129 OT | Vittoria con le unghie e con i denti per i Knicks, al termine di una gara di sofferenza in cui sono stati sotto praticamente per tutta la partita e di 13 lunghezze a metà ultimo quarto. Un gioco da tre punti di Julius Randle e un paio di giocate di RJ Barrett hanno però pareggiato i conti nei regolamentari, con Ja Morant che ha sbagliato il tiro della possibile vittoria lasciando campo aperto agli avversari
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A fare la differenza nel supplementare sono stati 9 dei 19 punti di Alec Burks, ma tanti Knicks hanno dato il loro contributo. Immanuel Quickley e Barrett sono stati i migliori con 20 punti, a cui si aggiungono anche i 19 di Derrick Rose e soprattutto la tripla doppia di Randle, che pur tirando male (4/12 al tiro e zero punti nel primo tempo) ha chiuso con 15-10-11. Quintetto tutto in doppia cifra per i Grizzlies (Morant 26, Brooks 23 e Valanciunas 20+14), che però vedono interrompersi a quattro la loro striscia di vittorie
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MILWAUKEE BUCKS-CHARLOTTE HORNETS 119-127 | “A win is a win”, una vittoria è una vittoria, come si dice spesso nella NBA. E il successo di Charlotte a Milwaukee vale comunque un record di 27-24, salendo tre partite sopra il 50% di vittorie per la prima volta dal gennaio 2017. Il massimo stagionale da 26 punti di Miles Bridges è bastato per avere la meglio dei Bucks a dir poco rimaneggiati, visto che era assente tutto il quintetto titolare e il miglior realizzatore è stato Jordan Nwora con 24 punti
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La lista degli infortunati dei Bucks è a dir poco chilometrica: Holiday fuori per una contusione al ginocchio sinistro, DiVincenzo per l’anca, Lopez per la schiena, Middleton per il ginocchio e Tucker per il polpaccio, a cui ovviamente si aggiunge Giannis Antetokounmpo fuori per la quarta partita in fila per un ginocchio sinistro che continua a dare problemi. “Valuteremo le loro condizioni nei prossimi giorni, spero che un po’ tutti possano rientrare. Ma Giannis ne ha già saltate un po’, i ragazzi sono un po’ incerottati”. Per Milwaukee sono 3 le sconfitte in fila

ORLANDO MAGIC-INDIANA PACERS 106-111 | Il rientro di Domantas Sabonis con 16 punti e 15 rimbalzi aiuta i Pacers a conquistare la vittoria a Orlando, dove il protagonista è soprattutto Aaron Holiday che bissa i 22 contro Minnesota mettendone altri 20 contro i Magic, salendo a 13/19 dalla lunga distanza nelle ultime partite. Terrence Ross ci ha provato segnando 10 dei suoi 24 punti nel quarto finale, ma senza riuscire a evitare il quarto ko in fila dei suoi
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L.A. CLIPPERS-HOUSTON ROCKETS 126-109 | La 4^ vittoria in fila dei Clippers prende forma nel secondo quarto, quando L.A. umilia Houston con un 41-10 di parziale, dopo essere stati sotto anche di 10 nel 1° quarto. Senza Paul George, il solito Leonard fa gli straordinari ma le notizie positive arrivano soprattutto da Reggie Jackson, che chiude a quota 26 con 10/14 al tiro e 6 triple a segno. Funziona bene anche la panchina di coach Lue, che vede Terance Mann segnare 16 con 7/8 al tiro e Nicolas Batum metterne 17. I Clippers tirano oltre il 51% da tre punti (19/37)
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Parte lento Kawhi Leonard, con solo 4 punti nel primo quarto, ma si accende nel secondo (11 dei 41 di squadra sono suoi, quando i Clippers piazzano il break decisivo) e poi ne aggiunge altri 8 sia nel terzo che nel quarto periodo, chiudendo una prestazione da 31 punti con 8 assist e buonissime percentuali al tiro (11/20 dal campo con 3/6 da tre punti). Costante e affidabile: come un leader deve essere
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Dopo il (sorprendente) successo su Dallas, riprende a perdere Houston, al sesto ko nelle ultime sette gare (perse 8 delle ultime 10). Coach Silas vede sei suoi giocatori in doppia cifra, guidati dai 23 del solito Christian Wood, e incoraggiano i 13 assist (career-high) di Kevin Porter Jr. accanto ai suoi 14 punti. Ma l’assenza di John Wall è pesante, e il secondo quarto tutto da dimenticare

Questa la situazione in classifica dopo le gare della notte. Ricordiamo che le squadre dalla settima alla decima posizione disputeranno un torneo play-in per conquistare gli ultimi due posti utili alla qualificazione per i playoff
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