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Mercato NBA, Philadelphia vuole ancora Kyle Lowry: ma il sign-and-trade sarebbe costoso

NBA
©Getty

I Sixers non sono arrivati alla point guard di Toronto alla trade deadline ma la volontà di mettere le mani sul campione NBA 2019 resta. L'unica opzione però è un sign-and-trade e il costo - in termini di cessioni (Seth Curry e George Hill sicuri) e di peso sul salary cap (quasi tutto destinato a 4 giocatori) - sarebbe molto pesante. Ecco la situazione spiegata nel dettaglio

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Kyle Lowry sembrava aver già dato l’addio a Toronto all’ultima trade deadline. Invece, passato il 25 marzo, la point guard nativa di Philadelphia era ancora un Raptor, ma la sua permanenza in Canada non ha spento neppure un po’ le voci su un possibile trasferimento del veterano campione NBA nel 2019. A marzo le squadre pronte a contenderselo sembravano tre: proprio i Sixers della sua città, i Lakers e gli Heat. A fine stagione Lowry — che sarà unrestricted free agent, e quindi libero di firmare con chi vorrà — cercherà un contratto che si ritiene potrebbe aggirarsi attorno ai 50 milioni di dollari per due anni. Dalla sua ha statistiche di tutto rispetto, quasi storiche — solo LeBron James (tre volte) e Larry Bird (una) hanno tenuto medie di almeno 16 punti, 7 rimbalzi e 5 assist dopo aver compiuto i 34 anni di età — e una reputazione da leader che fa gola a molte squadre. Dall’altra il suo costo potrebbe non essere un problema per Miami (che sarebbe proprio 25 milioni di dollari sotto il cap se scegliesse di non rifirmare Victor Oladipo e non rinnovare Andre Iguodala e Goran Dragic) ma diventa un ostacolo non da poco per Philadelphia, che continua a fare di Lowry un obiettivo di mercato. Per arrivarci, però, l’unica opzione sarebbe un sign-and-trade, che costerebbe non poco ai Sixers.

Philadelphia vuole Lowry: ma il costo potrebbe essere alto

Da regolamenti NBA, infatti, Daryl Morey sa di dover mettere sul piatto un valore (in contratti) pari ad almeno l’80% del nuovo contratto che Lowry firmerebbe, nominalmente, per i Raptors, prima di essere scambiato. Questo vuol dire che per far tornare i conti i Sixers dovrebbero inserire nel pacchetto George Hill, Seth Curry e un altro contratto minore (potrebbe essere Isaiah Joe) ma poi anche così — ritrovandosi con quasi 125 milioni di dollari impegnati per i salari dei suoi quattro giocatori dominanti (Embiid, Simmons, Harris e appunto Lowry) — Morey e soci farebbero fatica a completare il roster con nomi di un certo livello, vedendosi costretti con ogni probabilità a rinunciare a Danny Green o ad altri importanti giocatori di rotazione come  Furkan Korkmaz, Mike Scott o Dwight Howard. Insomma, Lowry a Philadelphia piace (e Philadelphia piace a Lowry), ma il matrimonio è tutt’altro che scontato.

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