
NBA, Miami spazzata via: i perché di un fallimento e gli obiettivi di mercato estivi
Dalla finale NBA all'eliminazione al primo turno senza neppure vincere una gara, contro la stessa squadra battuta lo scorso anno. Evidentemente qualcosa non ha funzionato nel secondo anno del progetto Miami Heat, a partire dalle prestazioni sottotono dei propri leader fino a una crescita più lenta (quando non a una regressione) di alcuni giocatori giovani. E ora Pat Riley ha già un obiettivo chiaro per il mercato estivo

UN KO STORICO | Nella storia dei playoff NBA (74 anni) solo 25 squadre sono state protagoniste di un passo indietro così evidente come gli Heat 2020-21. Reduci da una finale NBA, infatti, solo 25 volte la stessa franchigia si è ritrovata fuori dai playoff al termine della stagione regolare successiva o del primo turno di playoff. Era successo due volte proprio agli Heat – nel 2007 e nel 2015 – e nel primo caso la squadra della Florida aveva subito un cappotto addirittura da campioni NBA in carica (4-0 come quest’anno, solo il secondo nella storia della franchigia)

REGRESSIONE - Miglior squadra NBA per percentuale reale solo la scorsa stagione, quest’anno i Miami Heat sono precipitati al 10° posto, e le cose sono peggiorate ancora nella serie contro Milwaukee, chiusa tirando il 39.5% di squadra. E mancato Oladipo (arrivato alla trade deadline e in campo solo 4 partite, prima di doversi operare nuovamente) ma non basta a giustificare una regressione del genere. A mancare, infatti, sono stati anche tanti protagonisti della folle corse verso le finali NBA dello scorso anno

LE DIFFICOLTA' DI BUTLER | Tanto quanto era stato dominante lo scorso anno nel 4-1 rifilato ai Bucks (oltre 23 punti, quasi 6 rimbazli e 4.4 assist con oltre il 53% al tiro), il n°22 degli Heat è mancato clamorosamente nella serie di quest'anno. Le percentuali al tiro dicono tutto, addirittura sotto al 30%, tanto da causare un calo di quasi 10 punti a partita (14.5 di media quest'anno). Butler è un giocatore completo e ha provato a supplire alzano rimbalzi e assist (7.5 di media) ma i suoi punti sono mancati

ADEBAYO NON SI CONFERMA | Quello che vale per Butler, vale anche per Adebayo: oltre 17 punti con 12 rimbalzi e il 60% al tiro lo scorso anno contro i Bucks, 15.5 con 9.3 rimbalzi ma soprattutto un deludente 45.6% al tiro quest'anno. Nella bolla era molto più pericoloso al ferro (14 schiacciate contro le 4 di quest'anno, 19/30 al tiro contro il 50% di quest'anno) ma anche dalle altre zone del campo (sopra il 50% l'anno scorso, neppure il 42% quest'anno)

TYLER HERRO: CHI L'HA VISTO? | Un'altra sparizione eccellente è stata quella del tiratore da Kentucky, grande protagonista (per certi versi inatteso) nella bolla di Orlando. Perché un tiratore che chiude i suoi playoff con il 31.6% dal campo e da tre punti ha ovviamente performato sotto i suoi standard, e le medie punti (neppure in doppia cifra contro Milwaukee, 9.3 a sera) lo confermano. E' giovane e deve ancora crescere, ma in casa Heat speravamo di poter contare su di lui in maniera molto più consistente

L'ESTATE DI ROBINSON E NUNN | Sia Duncan Robinson che Kendrick Nunn affronteranno l'estate da restricted free agent: questo vuol dire che gli Heat potranno pareggiare qualsiasi offerta e tenersi entrambi i giocatori anche per i prossimi anni. Ma le offerte arriveranno e saranno sostanziose: si parla di circa 15 milioni all'anno per Nunn, forse qualcosa addirittura di più per Robinson, tiratore che farebbe comodo a tanti. La loro conferma - a questi prezzi - vorrebbe dire fare scelte drastiche altrove...

ADDIO A DRAGIC (E NON SOLO)? | Trevor Ariza (quasi 13 milioni), Nemanja Bjelica (più di 7) e Victor Oladipo (21) sono tutti contratti in scadenza. In mano alla squadra, poi, due opzioni, quelle sui contratti di Goran Dragic (19.5 dovuti per l’anno prossimo) e Andre Iguodala (15). Possibile che Pat Riley possa rinunciare ad alcuni di questi contratti (compresi questi ultimi due) per liberare lo spazio necessario a pareggiare le offerte che arriveranno per Robinson e Nunn e per mantenere “liquidità” necessaria per andare all’assalto dell’obiettivo n°1 in off-season

SI PUNTA (ANCORA) SU KYLE LOWRY | Era stato il primo obiettivo alla trade deadline, ma la volontà di non voler rinunciare a Tyler Herro e a Duncan Robinson aveva portato al veto dei Raptors sullo scambio. Ora invece – facendo pulizia di contratti – si potrebbero liberare dai 22 ai 28 milioni di dollari da destinare alla point guard di Toronto. Un contratto che gli Heat potrebbero essere pronti a offrirgli è un biennale da 50 milioni di dollari con una team option sula seconda stagione. Può bastare?

LE PAROLE DI LOWRY | “Voglio vincere altri anelli, questo è sempre stato il mio obiettivo e certo non cambia ora. I soldi sono una conseguenza, ma principalmente voglio giocare per vincere. Poi certo, sono importanti i dollari così com’è importante la durata del contratto”, ha dichiarato recentemente Lowry. E qui potrebbero nascere i problemi per gli Heat, poco disposti a dare un contratto di tre (o addirittura più anni) a un giocatore già oggi 35enne (pur con statistiche ancora eccelse)