"Non riuscivo a caricare sulla gamba destra: per le ovvie ragioni oggi non riuscivo a saltare come avrei voluto". Nel post-partita di gara-4 il centro dei Sixers ammette il ruolo giocato dalle sue (instabili) condizioni fisiche. Sta giocando con una lesione al menisco del ginocchio destro, e mai è stato più evidente come nell'ultima sfida contro gli Hawks, che è costata a Philadelphia il punto del 2-2
Il ginocchio alla fine lo ha tradito. E lo ha tradito (anche) sul possesso più importante della serata. Con 8.8 secondi da giocare, Joel Embiid riceve sul taglio a canestro da Tobias Harris ma non riesce ad andare su forte a canestro, e quello che poteva essere il canestro del sorpasso dei suoi Sixers finisce per essere una palla persa. "Il passaggio era perfetto, semplicemente non sono riusciuto a caricare sulla mia gamba destra. Ci poteva stare il fallo, ma è vero che solitamente su quel tipo di possessi vado su cercando di schiacciare e spesso porto a casa anche il fallo. Ma per le ovvie ragioni stavolta non sono riuscito a saltare come volevo". Le ovvie ragioni, appunto. Quella famosa lesione al menisco del ginocchio destro che Embiid si è procurato in gara-4 del primo turno contro Washington. Non era sembrato limitarlo troppo nei primi episodi della serie, ma invece dal secondo tempo di gara-3 in poi è apparso essere un fattore importante nelle difficoltà del n°21 dei Sixers. Tanto che nel primo tempo di gara-4, a un certo punto, Embiid ha preso la via degli spogliatoi per affidarsi alle cure del suo trainer. Tanto che a fine gara il suo tabellino legge sì 17 punti, ma con solo 4/20 al tiro e 4 palle perse, e un secondo tempo addirittura disastroso, in cui ha sbagliato tutti i 12 tiri tentati.
"Fin dall'inizio della partita, prima che ancora che fossi costretto a uscire brevemente, sentivo di non averne abbastanza, oggi. E lo si poteva facilmente capire: se non domino, soprattutto difensivamente, lo si vede subito, e sono certo che loro se ne sono accorti". Per questo gli Hawks hanno provato ad attaccarlo tanto, per questo le parole di circostanza con cui a fine gara il centro di Philadelphia cerca di minimizzare quanto visto in campo falliscono nel loro intento: "Stavo giocando bene fin qui, una brutta partita capita e a volte non puoi far nulla per evitarla. Nel secondo tiro un paio di tiri sono entrati-e-usciti, e sarebbero potuti tranquillamente entrare. Posso far meglio, posso sempre far meglio - conclude Embiid - ma dubito di poter essere al 100% d'ora in avanti: per essere al 100% credo se ne riparli l'anno prossimo, ora come ora devo stringere i denti, scendere in campo e arrangiarmi". E questa non è una bella notiza per i Sixers e per le loro speranze di playoff, anche oltre un'eventuale vittoria contro Atlanta. Una serie in cui - dicono le statistiche - restano ampiamente favoriti: le squadre col fattore campo sul 2-2 in una serie al meglio delle sette, hanno vinto 112 delle 143 serie disputate. Ma possibile che debba servire un Embiid migliore rispetto a quello visto in gara-4 ad Atlanta.