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NBA, espansione a 32 squadre? Gli Harlem Globetotters vogliono un posto nella lega

NBA
©Getty

Clamorosa richiesta da parte della squadra itinerante più famosa del mondo che - ricordando il suo passato che li ha visti contrapposti anche ai campioni NBA, in sfide molto più serie di quelle organizzate oggi in tutto il mondo - pensano sia giunto il momento che la NBA riconosca il ruolo storico e culturale giocato dagli Harlem nello sviluppo globale del basket, concedendo alla storica squadra un posto nella lega

Una lettera aperta. Pubblicata sul loro sito ufficiale. Tutti conoscono gli Harlem Globetrotters, e gli Harlem Globetrotters sanno di essere conosciuti da tutti. Così come ormai conosciuta ai più anche la volontà da parte di Adam Silver e della NBA di guardare con interesse a una possibile espansione a 32 squadre della lega. Si è parlato tanto di Las Vegas e di Seattle, le due squadre che sembrano in pole position per un eventuale allargamento; oppure di Louisville e Kansas City, altre duo possibili opzioni. Prima che arrivasse la proposta degli Harlem Globetrotters. Quasi indecente, almeno leggendo le prime righe della lettera spedita agli uffici della lega: "Cara NBA, è passato un bel po' dal nostro ultimo incontro ufficiale. Per l'esattezza 72 anni. Ma noi ci ricordiamo ancora quel giorno, nel 1949, quando sfidammo i campioni NBA dei Los Angeles Lakers e, per il secondo anno in fila, li battemmo". Un precedente che, per i 'Trotters, si inserisce in un contesto storico molto più ampio e importante: "Siamo stati noi ad aver reso popolari i movimenti in palleggio alla Kyrie, i passaggi no-look alla LeBron James, le schiacciate alla "The Greek Freak", il contropiede alla Magic, il tiro da metà campo alla Steph e il gancio cielo da centrocampo alla... beh, nessuno". E soprattutto, ricordano gli Harlem Globetrotters nella loro lettera, "in molti sostengono che proprio quella gara del 1949 sia stata la scintilla che ha portato all'integrazione razziale nel mondo sportivo". 

Solo, aggiungono, che "invece di permetterci di entrare nella NBA, vi siete presi i nostri giocatori. Il primo afroamericano a firmare un contratto NBA - Nat "Sweetwater" Clifton - era un Harlem Globetrotter. Il primo a scendere in campo - Earl Lloyd - anche". E allora la squadra forse più famosa al mondo pensa che sia il momento per la NBA di porre rimedio a tutto questo: "Non potete più far finta di non vederci. È il momento di riparare alcuni torti e riscrivere la storia. È il momento per la NBA di onorare quello che i Globetrotters hanno fatto per il NOSTRO sport, sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo" (in 122 Paesi diversi, contro i 17 toccati dalla NBA nella propria storia). E "basandoci su quello che abbiamo già dimostrato, siamo in grado di organizzare una squadra il cui talento possa rivaleggiare con quelle già presenti nella lega, e vogliamo una chance di poterlo dimostrare. Per questo sottoponiamo questa petizione al commissioner Adam Silver e al Board of Governors per concedere agli Harlem Globetrotters una franchigia NBA". L'assist è servito. La palla, ora, nelle mani di Silver. 

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