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NBA Finals, Giannis Antetokounmpo MVP all'unanimità: in lacrime a fine gara-6

MVP

Al termine di una prestazione leggendaria da 50 punti, Giannis Antetokounmpo è stato votato all’unanimità come MVP delle Finals 2021, il primo titolo della sua carriera NBA. Al termine della partita si è preso un momento in disparte seduto da solo, lasciandosi andare a un pianto liberatorio dopo aver abbracciato la sua famiglia

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Il Commissioner Adam Silver è quasi imbarazzato nel doverlo anche annunciare, prendendo a malapena la parola: "Non penso che ci siano molti dubbi: ha superato le avversità, ha giocato su un infortunio, il vincitore del premio di MVP dedicato a Bill Russell è Giannis Antetokounmpo". E non hanno avuto dubbi nemmeno gli 11 giornalisti deputati a nominare il miglior giocatore della serie, andato all’unanimità alla superstar dei Milwaukee Bucks. Che dopo due premi di MVP della regular season coincisi solo con delusioni ai playoff, è finalmente riuscito a raggiungere il primo titolo della sua carriera — e lo ha fatto in maniera leggendaria, con una gara-6 da consegnare ai libri di storia. Solamente Bob Pettit nel lontanissimo 1958 aveva segnato 50 punti in una partita per vincere il titolo, la stessa quota raggiunta da Antetokounmpo con una prova di volontà straordinaria, trascinando i suoi compagni con un fenomenale 16/25 dal campo (anche una tripla a segno su tre tentativi) e soprattutto un impronosticabile 17/19 ai liberi, sbagliando l’ultimo a partita già ampiamente conclusa. E non solo: Antetokounmpo è stato ovunque nei 42 minuti e 27 secondi in cui è rimasto in campo, raccogliendo 14 rimbalzi (4 in attacco) e soprattutto stoppando ben 5 tiri, una presenza inevitabile per i Phoenix Suns che non hanno mai trovato un modo per fermarlo nella serie.

Le lacrime dopo la partite e le parole alla premiazione

Al termine della partita, dopo aver già cominciato a festeggiare in campo con i compagni, Antetokounmpo è andato tra gli spalti per abbracciare i membri della sua famiglia presenti al Fiserv Forum, prima di prendersi un momento per sé seduto a bordo campo e lasciarsi andare a un pianto liberatorio. Al momento della premiazione riusciva a malapena a contenere le sue emozioni, lasciandosi scappare anche qualche parolaccia. “Mi sono sempre fidato di questa squadra. Volevo vincere qui e volevo farlo con questi compagni. Sono contento, sono fott…e contento” ha detto rispondendo alla prima domanda. Poi ha abbracciato Khris Middleton, suo compagno di squadra negli ultimi otto anni (“Ce l’abbiamo fatta, c…o. Lui sa quando mi ha spinto ogni singolo giorno a essere grande”) e ha fatto una promessa, riprendendo le parole di coach Budenholzer di poco prima: “Come ha detto coach Bud: dobbiamo farlo di nuovo”.

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Il grido e la battuta sui fratelli: "Ora siamo tutti campioni"

L’ultima battuta è stata sul fatto che ora tutti i tre fratelli Antetokounmpo hanno vinto un titolo NBA, una notizia che ha festeggiato con un urlo selvaggio: “Molte persone facevano battute dopo che Kostas ha vinto lo scorso anno con i Lakers prima che lo facessi io” ha detto Giannis con un sorriso. “Era strano a tavola che lui avesse l’anello e io no. Ma ora ce lo abbiamo anche io e Thanasis. Siamo felici, siamo fott…e felici. È incredibile se ci pensiamo”. In conferenza stampa, dopo aver baciato a ripetizione il Larry O’Brien Trophy e il Bill Russell Award, ha ripercorso tutta la sua carriera e la storia della sua famiglia: “Ho cominciato a giocare a basket per aiutare la mia famiglia e tirarci fuori dalle difficoltà che abbiamo affrontato nella nostra vita. Ero felice anche solo di essere parte della NBA, non avrei mai pensato di vincere un titolo a 26 anni. È stato un lungo viaggio fino a qui. Ho fatto di tutto anche solo per essere in questa posizione. Non giocavo, uscivo dalla panchina, avevo chiesto alla dirigenza di mandarmi in G-League. Ho giocato point guard, poi ho giocato lontano dalla palla, poi sono diventato leader della squadra. Stasera ho dovuto fare di tutto. Tutte le persone che mi hanno aiutato in questo viaggio sono state fondamentali. Jon Horst. Larry Drew. Jason Kidd. Coach Bud mi ha insegnato che dovevo fidarmi dei miei compagni. È stato un processo di tre anni, ma ce l’abbiamo fatta”.

La rivincita di Giannis: "Dicevano non sapessi segnare i liberi..."

“Quello che ho fatto dovrebbe far credere a tutte le persone nel mondo che ce la possono fare, anche quando pensano di non potercela fare. Mia mamma vendeva cose per strada, ora sono in cima al mondo. Sono benedetto. Anche se non mi sedessi mai più a questo tavolo, a me andrebbe bene”. Alla fine, la lezione che ha voluto affidare al mondo è stata: “Bisogna continuare a lavorare. E non ascoltare quelli che dicono che non ce la puoi fare. Dicevano che non sapessi segnare i liberi, e stasera ho segnato i miei liberi. E ora sono un ca…o di campione NBA! No scherzo. Anzi, non scherzo in realtà”. E il messaggio per il futuro è già stato mandato: “Non possiamo fermarci. Questa è la mia mentalità. E non ci fermeremo”.