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NBA, Kevin Porter Jr. provoca Stephen Curry: il n°30 Warriors segna 21 punti in un quarto

L'EPISODIO
©Getty

A un quarto d'ora dalla fine, con Golden State in vantaggio e una partita però ancora da giocare, il n°3 Rockets ha avuto la pessima idea di fare trash talking (poi smentito in parte nel post partita) contro Steph Curry - provocando uno dei migliori realizzatori NBA all-time e ricevendo in risposta un quarto periodo da 21 punti: "Le sue provocazioni mi hanno dato la giusta motivazione"

Per raccontare al meglio ciò che è accaduto sul parquet nella sfida vinta senza grossi problemi da Golden State a Houston, tocca partire dalla battuta del solito spiritoso e intelligente Steve Kerr: “Non ho notato nessun gesto particolare, né provocazione o trash talking da parte di Kevin Porter Jr.: sono il primo però a incoraggiarlo caldamente di farlo”. Già, perché qualunque sia stato il senso dei suoi gesti e del suo avvicinarsi con fare provocatorio a Steph Curry nel corso del terzo quarto, il risultato ottenuto non è stato dei migliori: 21 punti realizzati dal n°30 Warriors nel solo quarto periodo - il migliore a livello realizzativo della sua carriera in regular season, secondo soltanto ai 23 punti realizzati ai playoff in gara-6 in semifinale di Conference nel 2019 in un momento molto delicato all’epoca per Golden State.

Con le dovute proporzioni dunque - e tenendo conto dello spessore dell’avversario e del momento della stagione - resta comunque una grande prova di forza per Curry, che con un prestazione da 40 punti e 7/14 dall’arco ha provato a scrollarsi di dosso un mese di gennaio complicato sotto l’aspetto realizzativo: “Mi piacciono tantissimo i giocatori fisici, i cagnacci che ti stanno addosso. Dopo un paio di chiamate controverse e particolari del terzo quarto, con il suo atteggiamento diciamo che ha soffiato sul fuoco e acceso ancora di più la fiamma”, spiega in senso figurato (e molto chiaro) Curry. “Con il suo comportamento mi ha dato una spinta e una motivazione in più, certo”. Non sorprende però che il n°30 trovi ritmo e canestri in un lasso di tempo così breve: da quando nel 1996 la NBA ha iniziato a raccogliere i dati divisi per singolo quarto, Curry è riuscito ben 37 volte a segnare almeno 20 punti in una sola frazione - primatista in questa speciale classifica, superato anche Kobe Bryant. Kevin Porter Jr. invece ha imparato la lezione (nonostante sui social provi ad allontanare da sé i sospetti): mai provocare uno dei migliori realizzatori della storia del gioco. Mai.

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