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NBA, Los Angeles Lakers, il pubblico di casa fischia Westbrook: in panchina all'OT

IL CASO
©Getty

Il n°0 dei Lakers chiude con 1/10 al tiro, cinque punti e tanti errori: il più clamoroso arriva a metà secondo quarto e viene accolto dai i fischi del pubblico gialloviola - stanco delle sue forzature come coach Vogel, che ha deciso di lasciarlo fuori nel finale di gara: "Se non ha giocato vuol dire che c'è stato chi ha fatto meglio di lui"

Che fosse una serata da dimenticare per Russell Westbrook lo si era capito già a metà secondo quarto: Lakers sotto di 20 lunghezze e il n°0 gialloviola che in palleggio dalla media prende un tiro da cinque metri che si stampa sullo spigolo del tabellone e lancia il contropiede Knicks. Un mattone, per alcuni anche un gesto di sfida, di certo il pessimo risultato della sua testardaggine: una conclusione che non è piaciuta neanche al pubblico di L.A. che ha iniziato a fischiarlo, rendendo così indimenticabile in senso negativo una prestazione da cinque punti per Westbrook con 1/10 al tiro, 0/3 dall’arco, 3/7 ai liberi, 4 palle perse e -15 di plus/minus. Il tutto in soli 29 minuti di gioco, con coach Vogel che lo ha inserito in quintetto, ma poi lasciato fuori per tutto l’overtime (dominato dai Lakers senza di lui).

L’allenatore dei Lakers infatti non ha usato mezzi termini a chi gli ha chiesto conto della decisione di tenere fuori Westbrook: “È la miglior scelta che abbia fatto”. Anthony Davis - autore di un’altra ottima prestazione - ha spiegato come dal suo punto di vista, Westbrook abbia esitato in alcune occasioni a prendersi delle conclusioni e per questo è andato fuori ritmo: “Sia io che LeBron abbiamo cercato di parlargli e di incoraggiarlo: una cosa che nessun giocatore può permettersi di fare è quella di caricare troppa pressione sulle proprie spalle”. Alzata di spalle invece da parte di Westbrook che prova a smorzare i toni, sottolineando che “fino a quando la squadra vince per lui non ci saranno mai problemi”. Meglio così, perché di spazio sul parquet per lui potrebbe iniziare a essercene sempre meno nelle prossime gare.

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