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NBA, non solo Steph Curry: tegola James Wiseman per i Golden State Warriors

WARRIORS
©Getty

Il ginocchio destro di James Wiseman è tornato a gonfiarsi dopo qualche partita con l’affiliata della G-League, rimandando ulteriormente il suo ritorno in campo per i Golden State Warriors. Il giovane non è stato ancora dichiarato come "fuori per la stagione", ma il tempo per rivederlo in campo è agli sgoccioli

Con Jonathan Kuminga e Moses Moody diventati ormai pezzi importanti della rotazione di coach Steve Kerr, i Golden State Warriors speravano di poter rimettere in campo anche un altro pezzo pregiato del loro "gruppo giovane", vale a dire James Wiseman. La seconda scelta assoluta del Draft 2020 è invece alle prese con un ginocchio destro che non lo vuole lasciare in pace: dopo essersi operato al menisco nell’aprile del 2021 dopo 39 partite della sua prima stagione in NBA, Wiseman non è più riuscito a scendere in campo per Golden State, subendo un’ulteriore intervento di pulizia lo scorso dicembre e giocando a malapena una ventina di minuti di media in tre partite per i Santa Cruz Warriors, l’affiliata della G-League dei sei volte campioni NBA. E il suo ritorno in campo quest’anno è sempre più remoto: secondo quanto riportato da ESPN, il giocatore è stato tenuto fuori dagli allenamenti nell’ultimo weekend dopo che il ginocchio è tornato a gonfiarsi, rallentando ulteriormente la sua tabella di marcia.

Arrivati a questo punto della stagione con appena 12 gare per finire la regular season, è sempre più improbabile vedere Wiseman in campo per gli Warriors, anche se la squadra non lo ha ancora dichiarato ufficialmente come “fuori per tutta la stagione”. Inevitabile però che il focus debba passare a essere nelle migliori condizioni possibili in vista del 2022-23, una stagione cruciale tanto per gli Warriors quanto per Wiseman, visto che nell’estate del 2023 potrà firmare un’estensione di contratto che al momento appare remota. "Mi sento malissimo per James" ha detto coach Steve Kerr. "Non riesco a smettere di pensare che ha solo 20 anni, ha tutto il futuro davanti a sé. Dobbiamo essere molto, molto cauti con lui: bisogna fare cioè che è meglio per lui sul lungo periodo". Parole che suonano molto come una stagione finita per il giovane lungo, il cui ruolo sarebbe stato solo quello di dare un po’ di respiro a Draymond Green e Kevon Looney nel finale di stagione ed eventualmente come arma tattica ai playoff per determinati accoppiamenti. Rimane comunque un’occasione di sviluppo persa per un giocatore che avrebbe bisogno di minuti in campo per raggiungere il suo pieno potenziale.

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