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NBA, Anthony Davis non spegne le voci di mercato: "Non so cosa vogliono fare i Lakers"

MERCATO NBA
©Getty

Parlando con ESPN dopo l’eliminazione dei suoi Los Angeles Lakers, Anthony Davis ha espresso i suoi dubbi su cosa accadrà in estate: "Non so cosa vogliano fare i Lakers: io amo L.A., ma se stanno considerando di scambiarmi ne parleremo. Non so quale sia il loro piano, non posso controllare certe cose". E respinge al mittente le accuse di fragilità fisica: "Chiunque si sarebbe infortunato al posto mio, anzi sono stato fortunato"

Molto spesso bisogna valutare certe dichiarazioni non solo per il loro contenuto, ma anche per il momento e il modo in cui vengono fatte. Già solo il fatto che Anthony Davis abbia ritenuto necessario parlare con Dave McMenamin di ESPN dopo la sconfitta di Phoenix che ha determinato l’eliminazione dal play-in dei Los Angeles Lakers, ci dice qualcosa su quali siano le sue intenzioni e le sue priorità. E pur senza dirlo chiaramente, aprono a un suo possibile addio in estate ai gialloviola: "Non posso controllare certe cose" ha detto rispondendo a una domanda sugli ipotetici scenari di scambi che lo coinvolgono. "Quella è una cosa che compete ai piani alti e su cui lavora Rich Paul, il mio agente. Il mio lavoro è andare in campo e giocare a pallacanestro". Resta il fatto però che Davis avrebbe potuto chiudere la porta a ogni speculazione sul suo futuro dicendo semplicemente che resterà a L.A., invece ha espresso solo dubbi su ciò che succederà, rimettendo la palla nelle mani dei Lakers: "Ovviamente io amo Los Angeles. Ma se [scambiarmi] è una cosa che stanno considerando, allora ne parleremo. Non so di cosa stiano parlando né quale sia il piano. Non credo che stiano pensando di fare qualcosa con me, ma non lo so. Fanc…, non lo so proprio".

AD e gli infortuni: "Non ho colpe"

In condizioni normali nessuno penserebbe di privarsi di un giocatore del calibro di Anthony Davis, ma negli ultimi due anni gli infortuni lo hanno perseguitato (e anche in precedenza negli anni a New Orleans non è stato certamente sempre in salute), saltando 76 delle 152 partite disputate dai gialloviola nell’ultimo biennio. "Il mio lavoro è essere in campo. Quando sono in salute, sono un gran figlio di… Ma devo essere in salute" ha detto Davis, che ha ancora tre anni di contratto con i Lakers dopo l’estensione del 2020, con la possibilità di un ultimo anno nel 2024-25 in player option. Davis ha però respinto l’etichetta di giocatore incline agli infortuni, rimarcando la natura casuale dei due gravi infortuni avuti quest’anno. "Sono state due circostanze in cui non ho avuto nessuna colpa. Prima uno mi è caduto su una gamba e ho subito una distorsione al legamento, la stessa cosa che è successa a Kevin Durant. Poi sono caduto sul piede di un altro e mi sono stortato malamente il piede. Non potevo controllarlo in nessun modo".

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Davis, che è sceso in campo per le ultime tre partite dei Lakers in cui c’era qualcosa da giocarsi pur essendo visibilmente limitato nei suoi movimenti, ha ribadito anche la bontà dei suoi metodi di allenamento: "Sono già al top assoluto, non ho intenzione di cambiarli. Se fossi fuori forma o se facessi qualcosa di stupido sarebbe un conto, ma non potevo controllare nulla di quello che è accaduto. Anzi, quello che la gente non sa è che i nostri medici mi hanno detto che sono stato fortunato e bravo, perché se non avessi fatto il lavoro che ho fatto in estate, entrambi sarebbero potuti essere molto peggio di così. Sarebbero potuti essere due infortuni catastrofici per il mio corpo. La gente può dire quello che vuole, ma so quello che faccio ogni estate per prepararmi a una stagione da 82 partite". Parole di uno che aveva più di un sassolino da togliersi dalle scarpe, e che mettono sotto una luce diversa anche quelle riguardanti il suo futuro, come a dire: se succederà qualcosa nei prossimi mesi, non sarà per colpa mia. L’estate dei Los Angeles Lakers, già calda di suo, dopo queste parole rischia però di diventare ancora più rovente.

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