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NBA, Curry "Warrior" quasi per caso: "Io volevo giocare ai New York Knicks..."

NBA

Mauro Bevacqua

©Getty

Non era tutto scritto fin dall'inizio, né le 5 finali, né i 3 titoli NBA. In maniera super sincera (e anche divertita) la superstar degli Warriors ricorda come all'inizio della sua carriera Curry sapesse poco o nulla dei Golden State Warriors e le cose, tra infortuni e voci di trade, non sembrassero esattamente indirizzate ai successi poi ottenuti

SAN FRANCISCO - Oggi Steph Curry è il simbolo (globale) dei Golden State Warriors. Cinque finali disputate, tre titoli NBA vinte, una storia d'amore finora esclusiva (l'unica squadra per cui ha giocato) e all'apparenza eterna. Ma che il prodotto di Davidson e la franchigia californiana fossero fatti uno per l'altro non era esattamente scritto nelle stelle fin dall'inizio, come lo stesso Curry ha voluto ricordare: "Cosa pensavo degli Warriors quando sono arrivato in NBA? Non un granché: ero cresciuto sulla costa Est, certo, guardavo le partite ma conoscevo soltanto la squadra del 'We Believe', avevo visto la pazzesca schiacciata di Baron Davis e mi ricordo l'eliminazione di Dallas [nel 2007, con i texani con il miglior record di lega e Nowitzki MVP NBA, ndr]. Avevo sentito parlare dei 'Run TMC' [la versione Warriors anni '90 con Tim Hardaway, Mitch Richmond e Chris Mullin, ndr] ma non è che ne conoscessi la storia". 

Curry: "Al Draft Golden State non era neppure sul mio radar"

Diciamo che Oakland e la West Coast non è che fossero proprio in cima ai pensieri del giovane Curry, all'uscita dal college, a Davidson: "Quando venni scelto ero convinto di andare a New York [dove allenava Mike D'Antoni, ndr], Golden State non era assolutamente sul mio radar. Poi al primo anno nella lega si è parlato tantissimo di una mia possibile trade a Phoenix, e dell'incompatibilità tra me e Monta [Ellis], troppo piccoli per poter giocare assieme". Da quello scenario a quello attuale, la differenza in effetti è notevole: "Sei finali in otto anni e abbiamo ancora parecchia benzina in serbatoio, è il motivo per cui siamo qui. Non mi va di deprimermi pensando alla storia di questa franchigia", aggiunge Curry con il sorriso: "Voglio pensare solo ai momenti belli, così da apprezzarli il più possibile". Il prossimo, nelle sue speranze, potrebbe arrivare nel giro di un paio di settimane o poco più. 

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