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NBA Finals, Terance Mann a Sky: "Ecco cosa rende speciali Curry e Tatum"

INTERVISTA

Dario Vismara

Intervistato a margine della presentazione di Basketball Without Borders ad Assago, la guardia degli L.A. Clippers Terance Mann ha spiegato cosa rende speciali i due principali protagonisti delle Finals che stanno per cominciare, Steph Curry e Jayson Tatum. "Il primo non sta mai fermo, e oltre a tirare sa anche attaccare il canestro. Tatum è incredibile per quello che riesce a fare con quelle dimensioni"

Terance Mann ha fretta. Fretta non solo di rispondere alle domande per potersi calare a pieno nel suo ruolo di allenatore all’interno del camp di Basketball Without Borders ad Assago, dove era presente insieme (tra gli altri) a Danilo Gallinari e Taylor Jenkins. Ma anche fretta di raggiungere i suoi obiettivi con gli L.A. Clippers, che dopo tre anni in cui è sempre cresciuto sia dal punto di vista individuale che nell’importanze nella squadra, il prossimo anno vuole recitare un ruolo da protagonista insieme a Kawhi Leonard e Paul George, nella speranza che abbiano risolto i loro problemi fisici una volta per tutte. Mann è così di fretta che non ha nemmeno tempo di guardare le Finals, nonostante sia cresciuto nel Massachusetts non così lontano da Boston. Ma ciò nonostante non gli è mancato il tempo di raccontare a Sky Sport cosa rende così speciali due candidati MVP delle Finals come Steph Curry e Jayson Tatum, in quella che non è la sua prima visita nella zona di Milano — come ha ricordato anche lui in una storia sui social.

Ho visto su Instagram che non è la tua prima volta da queste parti.

"È vero: quando ero all’high school il nostro allenatore ci ha portato in Italia per fare delle partite, eravamo a Rho. È stato bello, lo ricordo ancora con affetto".

 

Che emozioni hai a essere qui ora a Basketball Without Borders? Cosa puoi insegnare ai ragazzi?

"È bello poter ridare indietro qualcosa a questi ragazzi di tutte le età, che sono venuti qui con grande entusiasmo. E io sono altrettanto entusiasta di poterli aiutare e allenare, raccontando loro cosa ho imparato giocando in NBA e come dare loro una mano per concentrarsi sui loro obiettivi".

 

Per i Clippers è stata una stagione di transizione per via degli infortuni di Kawhi Leonard e Paul George: che aspettative hai per il prossimo anno?

"Mi aspetto una bella stagione. Dovremmo essere tutti in salute e pronti a lavorare: i nostri leader torneranno al 100%, saremo al completo, siamo tutti trepidanti per quello che ci attende. Stiamo tutti lavorando sodo già da questa estate per farci trovare pronti".

 

Uno dei tratti distintivi della tua carriera è stato quello di migliorare continuamente. Su cosa ti stai concentrando quest’estate?

"Su tutto. Tutto quello su cui posso lavorare, ogni singolo aspetto del gioco in attacco e in difesa, e in particolare il tiro, sono tutte cose su cui sto lavorando già da questa off-season per essere al meglio il prossimo anno".

 

Aver avuto già una lunga cavalcata playoff alle spalle nel 2021 con i Clippers ti aiuta a prepararti ancora meglio per l’estate, sapendo già cosa ti attende nei turni più avanzati dei playoff?

"Di sicuro. Lo scorso anno poi eravamo reduci dalla bolla di Orlando, perciò avevamo avuto una off-season molto corta. Avere così poco tempo per recuperare e poi affrontare una stagione così lunga è stato difficile, così come in questa stagione ogni tanto abbiamo faticato a trovare le giuste energie. Ma ora abbiamo una bella estate davanti, quindi riusciremo meglio a bilanciare i carichi".

 

Firmare un’estensione di contratto ti ha permesso di affrontare la stagione con più calma riguardo il tuo futuro?

"Mi ha permesso di concentrarmi maggiormente solo sul lavoro, consapevole che comunque la situazione contrattuale era risolta. Di sicuro mi ha dato maggior relax, ma non ha cambiato l’impegno che ho messo per migliorare il mio gioco".

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Le Finals NBA stanno per cominciare: essendo nativo del Massacchussets hai un interesse da tifoso per i Boston Celtics?

[Sorride, ndr] "No, non ho interesse in queste Finals. Mi aspetto però una grande serie: sono ottime squadre con grandi giocatori, mi aspetto che vada per le lunghe, finendo in sei o sette partite. Pronostico? Non ho veramente idea di chi possa vincere. Posso dire però che se vincono i Celtics, l’MVP sarà Jayson Tatum; invece se vince Golden State, l’MVP è Steph Curry".

 

Parliamo allora proprio di loro due. Avendolo affrontato come avversario, cosa rende Steph Curry così difficile da marcare?

"Penso che sia soprattutto il movimento continuo: non sta mai fermo, vuole sempre la palla, e poi ovviamente sa tirare come nessuno ma allo stesso tempo è molto bravo ad arrivare al ferro. È un giocatore di grandissima completezza, a cui poi si aggiunge il tiro".

 

Stessa cosa per Jayson Tatum: cosa lo rende così immarcabile?

"La sua altezza di sicuro, è incredibile quanto è lungo e quanto è atletico, e in più anche il modo in cui tira e palleggia. Ha un gioco incredibilmente completo per un giocatore delle sue dimensioni".

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