Dopo che i suoi Grizzlies avevano battuto una edizione degli Warriors alquanto rimaneggiata, l'ala di Memphis si era permesso di twittare "Strenght in numbers", il mantra di Golden State dal 2015 a oggi. "Leone da tastiera", commenta dopo aver vinto il suo quarto titolo NBA Klay Thompson: "Che ne sanno loro di cosa vuol dire? Non vedo l'ora di retwittarlo"
BOSTON - "Ho la memoria di un elefante - dice Klay Thompson - io non dimentico nulla". E così, in mezzo ai festeggiamenti per il quarto titolo della sua carriera, il n°11 degli Warriors trova il tempo per togliersi un sassolino dalla scarpa: "Mi ricordo benissimo la gara contro Memphis quest'anno, quando ci hanno battuto in stagione regolare [il 28 marzo, 123-95, in una gara che Golden State ha giocato senza Curry, Thompson e Green, ndr]. Uno di loro [Jaren Jackson Jr, ma Thompson non lo dice, ndr] ha twittato 'Strenght in numbers'. Mi ha fatto così inca**are! Che razza di sfigato. Non vedo l'ora di alzarmi da qui e andare a retwittare quel tweet", afferma tra il divertito e l'offeso. "Pure questo ho dovuto sopportare. Cosa ne sanno loro? Non sono mai stati dove siamo stati noi, non sono mai stati campioni, non sanno neppure cosa vuol dire. Leoni da tastiera".
La profezia di Klay: "Championship or bust"
"Championship or bust" erano state le parole pronunciate a inizio anno da Klay Thompson, al tempo ancora ai box, dopo aver visto la sua squadra uscire dai box scatenata: "Diciotto vittorie e due sconfitte, vedendo la squadra giocare il nostro tipo di pallacanestro, quella che ci ha fatto già vincere in passato, sapendo che poi sarei arrivato anch'io ad aiutare i miei compagni. Mi avete chiamato pazzo, per quella previsione. E invece eccoci qua. Wow". Sembra non crederci, ma in realtà ci ha creduto prima di tutti.