Secondo quanto confermato anche da CNN, il presidente USA - in disaccordo con il Dipartimento di Giustizia - avrebbe avallato la richiesta del governo russo. In cambio della libertà di un pericoloso trafficante d'armi, gli Stati Uniti otterrebero la libertà (e il rimpatrio) della giocatrice WNBA e di un altro ostaggio accusato di spionaggio
Vincerebbe, almeno sul piano politico, la Russia. Se come sembra - la conferma arriva anche da CNN - il presidente USA Joe Biden ha scelto di avallare la richiesta russa di uno scambio di ostaggi per riportare negli Stati Uniti Brittney Griner, il suo ritorno in patria sarebbe però macchiato da una decisione quanto meno controversa. A fare il percorso inverso - dagli Stati Uniti alla Russia - sarebbe infatti un pericoloso trafficante d'armi come Viktor Bout, condannato a 25 anni di carcere, a cui Biden e il governo USA garantirebbero libertà e ritorno in patria pur di liberare Griner e un altro detenuto americano in Russia, Paul Whelan. Se la stella WNBA è detenuta in carcere in Russia da cinque mesi (e in attesa di processo, per cui rischia 10 anni di prigione), Whelan è stato arrestato a fine 2018, accusato di spionaggio e condannato a 16 anni di carcere. Il Dipartimento di Giustizia americano si è sempre opposto alla pratica dello scambio di ostaggi, una dimostrazione di debolezza che espone al rischio di futuri rapimenti di cittadini americani allo stesso fine; il presidente Biden, però, avrebbe finito per cedere di fronte alla montante pressione dell'opinione pubblica americana.
Dalla moglie della giocatrice Cherelle fino a LeBron James, oltre che da moltissime colleghe in WNBA, si erano alzate infatti diverse voci sempre più insistenti nel richiedere la liberazione di Griner, voci forse decisive nello spingere il governo USA verso la scelta dello scambio di ostaggi. Per arrivare alla liberazione di Griner, comunque, bisognerà prima attendere la conclusione del processo in corso, che riguarda il possesso da parte della giocatrice di un vaporizzatore contentente cartucce con oli derivati dalla cannabis col quale era stata fermata all'aeroporto di Mosca.