Durante la cerimonia conclusiva nella stagione 2016-17, Bill Russell ricevendo un premio alla carriera dalle mani di alcuni dei più grandi centri di sempre come Kareem Abdul-Jabbar, Shaquille O'Neal, David Robinson, Alonzo Mourning e Dikembe Mutombo, apostrofandoli in maniera ironica disse: "Vi avrei tutti presi a calci nel sedere". In una frase Russell rappresentò lo spirito competitivo che anima ogni giocatore NBA, testimoniando ancora una volta il suo impatto incalcolabile nella storia della lega
C'è un momento che più di ogni altro rappresenta lo spirito competitivo, il fuoco, la voglia di vincere che ogni giocatore NBA deve possedere per avere successo nella lega. E Bill Russell ne è stato il progagonista assoluto. Nel giugno del 2017, alla prima serata della storia NBA organizzata per premiare tutti i protagonisti della stagione, non poteva non esserci uno spazio ritagliato ad hoc per dedicargli l'ennesimo e sempre strameritato premio alla carriera. Per farlo si è scelto un gruppo di altissimo livello e così, uno dopo l’altro, sono iniziati a sfilare sul palco alcuni tra i più grandi centri della storia del gioco: Shaquille O’Neal, Dikembe Mutombo, Alonzo Mourning, David Robinson e infine Kareem Abdul-Jabbar. E proprio al miglior realizzatore della storia NBA è spettato l’onore di annunciare il premio a Russell, dopo averne giustamente sottolineato il peso rilevante anche al di fuori delle logiche legate al parquet. Al termine di una clip meravigliosa che ne ripercorre soltanto in parte la leggenda, è dunque spuntato da dietro le quinte l’undici volte campione NBA che ha ricevuto con piacere il riconoscimento, tenendo tutti con il fiato sospeso riguardo le parole che avrebbe pronunciato. Da campione qual è, Russell ha esordito nel modo meno atteso: "Vi avrei preso a calci nel sedere", ha esclamato dopo aver indicato uno per uno i cinque giocatori presenti sul palco e scatenando l’ilarità della platea. Una frase che in molti, anche i più grandi di sempre, faticherebbero a mettere in discussione e che solo una persona al mondo poteva permettersi di pronunciare: lui.