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NBA, squadra per squadra, i giocatori chiamati (più di tutti) a dimostrare qualcosa
Alcuni sono giovani promesse che si devono consacrare, altri superstar già affermate di ritorno da lunghi infortuni, altri ancora campioni reduci da un'annata storta. Ogni squadra ha un giocatore che aspetta il via della stagione per dimostrare tutto il suo valore: ecco chi sono secondo il sito "The Athletic" i nomi più interessanti da seguire in vista della prossima stagione
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DE'ANDRE HUNTER, ATLANTA HAWKS | Ha confermato di poter essere un grande difensore, ha messo in mostra qualche limite in attacco ma soprattutto ha saltato 78 partite nelle ultime due stagioni. Per lui gli Hawks hanno speso una quarta scelta assoluta (al Draft 2010): vogliono vedere progressi decisi per estendere il suo contratto da rookie in scadenza a fine anno
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MALCOLM BROGDON, BOSTON CELTICS | Qui si tratta soprattutto di pressione, quella che Brogdon condivide (in parte) anche col nostro Danilo Gallinari. Perché i Celtics sono andati a due vittorie dal titolo NBA e ora (oltre all'azzurro) hanno aggiunto l'ex rookie dell'anno per fare l'ultimo gradino. Come sarà l'intesa nel reparto dietro con Marcus Smart?
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BEN SIMMONS (E COACH STEVE NASH), BROOKLYN NETS | Quasi superfluo dover spiegare perché i Nets si attendano così tanto dal ritorno in campo (dopo un anno di assenza) dell'ex n°1 al Draft, che a Brooklyn deve ancora esordire. Può essere il collante e la tessera mancante dei nuovi "Big Three" con Irving e Durant. Proprio quel Durant che in estate ha detto di non aver fiducia in Steve Nash: starà all'allenatore dei Nets fargli cambiare idea
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GORDON HAYWARD, CHARLOTTE HORNETS | A far alzare le aspettative attorno al prodotto di Butler è il contratto (pesante) di cui Hayward è titolare (30 miloni di dollari per la prossima stagione). Quando è sano ha dimostrato di essere un pezzo importante di questi Hornets: ma - purtroppo per Charlotte, e per lui - non è stato mai sano troppo a lungo
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LONZO BALL, CHICAGO BULLS | Era partito fortissimo, come tutti i Bulls, lo scorso anno. Poi l'infortunio al ginocchio, che ha limitato a 35 il numero delle partite giocate con la maglia di Chicago. Non una novità nella sua carriera, visto che finora ha disputato solo il 65% delle gare possibili nei cinque anni della sua carriera. Non è sicuro che sia pronto per il via della stagione: i destini dei Bulls dipendono anche da lui
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CEDI OSMAN, CLEVELAND CAVALIERS | Le attese attorno alla stagione del turco dei Cavs sono strettamente collegate alla sua situazione contrattuale: il contratto per il 2023-24 c'è ma non è garantito, per cui Osman ha tutto l'interesse a impressionare in questa annata per assicurarsi un futuro nella NBA. A Cleveland, o altrove
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CHRISTIAN WOOD, DALLAS MAVERICKS | Contando che i Mavs hanno perso Jalen Brunson e per il resto sono rimasti più o meno gli stessi dello scorso anno, l'unica novità - che possa spostare gli equilibri - è l'arrivo a Dallas dell'ex Rockets, che con i suoi centimetri e la sua capacità di giocare anche lontano dal ferro ha la versatilità per far bene attorno al trio Doncic-Dinwiddie-Hardaway Jr.
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MICHAEL PORTER JR., DENVER NUGGETS | Solo gli infortuni finora hanno impedito all'ex Missouri di dimostrare con continuità tutto il suo talento. Tre operazioni alla schiena sono una grossa "red flag", un campanello d'allarme, ma il talento è fuori discussione. Nel 2020-21 ha viaggiato a 20 di media, e il contratto da 5 anni e 172 milioni di dollari che si è meritato non fa altro che aggiungere pressione attorno al suo ritorno in campo, dopo aver giocato solo 9 gare lo scorso anno
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KILLIAN HAYES, DETROIT PISTONS | Scelto con la n°7 al Draft 2020, finora Hayes ha deluso, tanto è vero che i Pistons hanno scelto due guardie (Cunningham e Ivey) nei due Draft successivi al suo. Gli manca tiro, non ha dimostrato di poter preoccupare le difese avversarie col suo repertorio offensivo: l'anno prossimo il contratto prevede un'opzione da 7 milioni in mano a Detroit. Deve far bene quest'anno per meritarsi la conferma
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JAMES WISEMAN, GOLDEN STATE WARRIORS | Ha passato lontano dai parquet 16 dei primi 24 mesi della sua carriera NBA. Rimane una sorta di oggetto misterioso, dal grandissimo potenziale (tale da assicurargli la 2^ scelta assoluta al Draft 2020) ma con la necessità di confermare le sue doti al più presto. Anthony Edwards (n°1 al suo Draft) e LaMelo Ball (n°3) sono già delle star: lui deve recuperare in fretta il terreno perso
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KEVIN PORTER JR., HOUSTON ROCKETS | Una scommessa, quella fatta dai Rockets su Porter Jr., a cui di certo non manca il talento (anzi!) ma che si è già reso protagonista di un paio di comportamenti non proprio ineccepibili. Se le cose vanno bene la coppia con Jalen Green potrebbe assicurare un grande futuro a Houston, ma questa stagione deve iniziare a fornire le prime certezze
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MYLES TURNER, INDIANA PACERS | Prima annata intera senza Sabonis al suo fianco (a patto che Turner resti a Indianapolis) e prima volta in cui può essere chiamato a dimostrare tutto il suo valore, non solo da stoppatore (già nell'élite NBA) ma anche in attacco. Ha spesso reclamato un ruolo maggiore: ora potrebbe finalmente averlo
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KAWHI LEONARD, L.A. CLIPPERS | Ovviamente non è il valore del giocatore a essere in discussione. Ma l'attesa e le aspettative attorno al ritorno in campo (dopo un anno di assenza) del due volte MVP delle finali NBA è giustificabile con un semplice motivo: con lui in campo i Clippers possono tornare a pensare al titolo NBA
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ANTHONY DAVIS, LOS ANGELES LAKERS | Non è un caso che il miglior Anthony Davis che i Lakers abbiano mai visto sia coinciso con la squadra capace di arrivare al titolo NBA nella bolla di Orlando. L'anno scorso però è tornato a giocare meno della metà (40) delle partite in calendario, e non è la prima volta in carriera. Coach Ham ha detto di volerlo mettere al centro dell'attacco, con la benedizione di LeBron: dal rendimento di AD dipende la stagione dei Lakers
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ZIAIRE WILLIAMS, MEMPHIS GRIZZLIES | È ancora giovanissimo, ha ancora molto tempo davanti per dimostrare il suo valore: però i Grizzlies ora vogliono fare sul serio e devono capire se possono contare anche su Williams come su un pezzo importante della propria rotazione. Tiro da tre e attività a rimbalzo sono le zone del suo gioco che deve migliorare di più
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VICTOR OLADIPO, MIAMI HEAT | Per la prima volta in diversi anni Oladipo inizia la stagione senza problemi fisici, e questo potrebbe fare tutta la differenza del mondo. Certo, tra Lowry e Butler, Robinson e Vincent, Strus e Herro, la competizione nei ruoli di esterno agli Heat non manca, ma l'ex Hoosiers potrebbe essere la carta in più in mano a coach Spoelstra
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JOE INGLES, MILWAUKEE BUCKS | Il suo approdo ai Bucks potrebbe davvero dare una marcia in più ai campioni NBA 2021, visto l'intelligenza, l'altruismo e il talento (ottimo tiratore) del giocatore australiano. Che però ha 35 anni ed è reduce dalla rottura dei legamenti crociati del suo ginocchio: la sua tenuta fisica sarà sotto i riflettori fin dal primo minuto
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D'ANGELO RUSSELL, MINNESOTA TIMBERWOLVES | Reduce da una buona stagione regolare ma da playoff da dimenticare (33% al tiro). Chris Finch non si è fatto problemi a lasciarlo in panchina in minuti importanti: Russell deve riscattarsi e l'arrivo di un lungo da pick and roll come Gobert potrebbe aiutarlo non poco. Saranno fondamentali le sue doti in regia in una squadra con il francese, Towns e Edwards
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ZION WILLIAMSON, NEW ORLEANS PELICANS | Nuovo (ricco) contratto, nuovi compagni (non ha mai giocato con C.J. McCollum), tante, tantissime aspettative. C'è chi vede i Pelicans come "dark horse" per il titolo NBA: molto dipenderà proprio dall'impatto di Williamson al ritorno in campo dopo un anno in infermeria. Ricordiamoci che di lui si parlava come della possibile "faccia" della NBA per il prossimo futuro
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JULIUS RANDLE, NEW YORK KNICKS | Quanta differenza fa, un solo anno. Nel 2020-21 Randle è stato votato nella top 10 dei giocatori NBA (secondo quintetto All-NBA), ha vinto il premio di giocatore più migliorato ed è diventato un All-Star. L'anno scorso è andato tutto storto: le percentuali al tiro sono crollate, i Knicks (dopo aver raggiunto i playoff l'anno prima) sono tornati ad avere un record perdente. La loro competitività passa da un Randle di nuovo protagonista
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SHAI GILGEOUS-ALEXANDER, OKLAHOMA CITY THUNDER | Le cifre di "SGA" dopo l'All-Star break sono state qualcosa di irreale: 30 punti, 5.7 rimbalzi e 7.3 assist di media con percentuali ottime (54/39/80). Ora inizia il primo anno del suo nuovo contratto (ha ottenuto il massimo) e deve dimostrare di valere l'investimento fatto dai Thunder su di lui. "Borderline All-Star", lo si potrebbe definire: ma a Ovest non è facile
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JALEN SUGGS, ORLANDO MAGIC | Ha giocato solo un anno in NBA, ha avuto anche problemi di infortuni, ma si può comunque dire che i Magic non hanno avuto le risposte che si aspettavano dalla 4^ scelta assoluta al Draft 2021. Male al tiro, meglio in difesa, ma ora Orlando ha scelto Paolo Banchero e in una squadra con Markelle Fultz il ruolo di Suggs potrebbe presto essere di troppo
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JAMES HARDEN, PHILADELPHIA 76ERS | Ha al suo fianco una superstar come Embiid, accoglie due suoi ex compagni ai Rockets che conosce bene (P.J. Tucker e Danuel House), è "protetto" da un general manager, Daryl Morey, che lo ha sempre valorizzato in carriera. Ora tocca a lui: non deve dimostrare niente se non di poter vincere un titolo NBA. In tanti vogliono vedere se ce la può fare
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DEANDRE AYTON, PHOENIX SUNS | I Suns non hanno esteso il suo contratto quando potevano farlo e hanno atteso un'offerta esterna (quella dei Pacers) per decidere il futuro di Ayton. Hanno scelto di tenerlo, anche a caro prezzo (4 anni, 133 milioni di dollari, l'offerta pareggiata di Indiana). Ora sta al lungo ex Arizona dimostrare di poter essere il terzo componente dei "Big Three" con Paul e Booker in una squadra che punta al titolo
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ANFERNEE SIMONS, PORTLAND TRAIL BLAZERS | Ha fatto molto bene l'anno scorso, approfittando dello spazio che si era liberato per la cessione di McCollum e per l'infortunio di Lillard. Ora deve confermarsi, anche perché in estate ha firmato un contratto da 100 milioni di dollari. Potrebbe essere il nuovo compagno di backcourt di Lillard: e pur senza essere McCollum se confermasse la crescita fatta vedere lo scorso anno a Portland sarebbero contenti
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DE'AARON FOX, SACRAMENTO KINGS | Dei giocatori scelti al Draft 2017 che hanno ricevuto un'estensione contrattuale, Fox è l'unico a non essere (ancora) diventato un All-Star. Ha dato segni di poterlo essere, ma la costanza fin qui gli è mancata. I Kings (per arrivare a Sabonis) hanno rinunciato a Haliburton: vuol dire ancora più spazio e responsabilità per Fox. Deve farne buon uso
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DEVIN VASSELL, SAN ANTONIO SPURS | Gli Spurs sono un cantiere aperto, ma il capo-cantiere è una garanzia. Coach Popovich sembra aver individuato in Keldon Johnson il prospetto futuro su cui investire, ma Vassell è subito dietro, grazie a doti di "3&D" davvero perfette per il gioco di oggi. Deve attaccare di più il ferro e alzare comunque le percentuali dal perimetro (sotto il 36% l'anno scorso): i riflettori sono puntati su di lui
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OG ANUNOBY, TORONTO RAPTORS | Sembra il prototipo del giocatore dei Raptors, fisico, atletico, versatile. Sa fare tante cose bene, forse nessuna benissimo. E nelle ultime due stagioni i problemi fisici lo hanno limitato, facendogli disputare solo 91 delle 154 gare in calendario: se trova continuità, salute e migliora almeno un aspetto del suo gioco, Anunoby può contribuire a far fare un salto di qualità ai Raptors
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UDOKA AZUBUIKE, UTAH JAZZ | Il suo nome qui già rende l'idea del grande processo di ricostruzione in atto a Salt Lake City. Il centro nigeriano da Kansas non ha convinto nelle prime due stagioni, ma giocava dietro a Rudy Gobert e i ricorrenti guai fisici non hanno aiutato. Chiamata da tardo primo giro nel 2020, i Jazz devono valutare se esercitare l'opzione per il prossimo anno o meno: senza il francese Azubuike dovrebbe avere tutto lo spazio e i minuti per dimostrare il suo valore
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BRADLEY BEAL, WASHINGTON WIZARDS | Ha già dimostrato di poter viaggiare a 30 punti di media nella lega, cosa che anche in NBA possono dire in pochi. Ma i dubbi rimangono sulla solidità difensiva e sulla capacità di essere il "franchise player" che trascina Washington ai playoff. Il nuovo contratto (5 anni, 251 milioni) lo condanna a essere il simbolo di questi Wizards: se faranno bene sarà l'eroe, se faranno male sarà il responsabile n°1 del fallimento