Secondo quanto riportato da Marc Stein, sia l'arrivo di Patrick Beverley che quello di Dennis Schroder non implicano la rinuncia dei Lakers a schierare Russell Westbrook - e a schierarlo in quintetto. Tutto passa dalla volontà di Darvin Ham di dare all'ex giocatore dei Minnesota Timberwolves un ruolo inedito, che ne esalti le doti agonistiche in difesa e la capacità di colpire da tre punti in attacco
L'ultima firma di Dennis Schroder, dopo quella di Patrick Beverley, ha lasciato sconcertati molti, non solo in casa Lakers: con Russell Westbrook già a roster, che senso ha l'arrivo di altri giocatori nello stesso ruolo dell'ex MVP NBA? Per molti le mosse di Pelinka avevano un chiaro significato: la volontà di continuare a provare a cedere Westbrook o quanto meno la scelta di farlo addirittura partire dalla panchina. Oppure nulla di tutto questo, suggerisce una penna molto seguito in America come Marc Stein: i Lakers hanno intenzione di avere Westbrook in quintetto e vedono Beverley - a questo punto della sua carriera - più come un "3&D" (termine di gergo per descrivere un giocatore capace di difendere forte e colpire da tre in attacco) che come una point guard. Un'idea nata dalla grande carica agonistica da sempre dimostrata dall'ex T'Wolves in difesa, unita a una pericolosità dal perimetro che però può ancora lasciare qualche dubbio (tiratore vicino al 38% in carriera dall'arco, è reduce dal 34.3% dello scorso anno).
Alla luce di questo "escamotage" tecnico, allora, il ruolo di point guard nei Lakers 2022-23 sarebbe coperto oltre che da Westbrook anche dal nuovo arrivato Schroder, con Beverley invece nel gruppo degli esterni assieme ai vari Kendrick Nunn (torna dopo un anno ai box), Lonnie Walker IV (arrivato da San Antonio) e Austin Reaves (nota lieta, una delle poche, della scorsa stagione). Poi a far funzionare il tutto, come sempre, dovrà dare una grossa mano LeBron James, ma le idee tecniche di Darvin Ham sembrano andare in questa direzione.