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Mercato NBA, Kemba Walker: "Nessuno mi ha cercato, aspetto ancora una chiamata"

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©Getty

Formalmente sotto contratto con i Detroit Pistons, Kemba Walker non ha ancora trovato una squadra interessata a prenderlo in caso di buyout con la franchigia del Michigan: "Nessuno mi ha chiamato, ma mi sento bene. So di avere nel serbatoio almeno un paio di anni ancora. Il problema è solo il ginocchio"

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Da quando è un giocatore di pallacanestro, Kemba Walker non aveva mai vissuto un mese di ottobre senza giocare a basket. Che fosse al liceo, al college o nella NBA, il quattro volte All-Star ha sempre cominciato l’autunno con un pallone tra le mani, ma quest’anno è andata in modo diverso. Dopo la cessione da parte dei New York Knicks, Walker è formalmente sotto contratto con i Detroit Pistons, con i quali però è d’accordo nel non unirsi alla squadra che ha altre necessità in termini di minutaggio e spazio da dare ai giovani. Per questo Walker è libero di trovare una nuova squadra a cui unirsi dopo un buyout, ma finora nessuna pretendente si è fatta avanti: "Nessuno mi ha chiamato, ma io aspetto" ha detto in un’intervista con il Boston Globe. "Ho ancora qualcosa nel serbatoio, questo è sicuro. Mi sento alla grande, non ho alcuna fretta perché so che avrò un’altra opportunità. Il problema non è mai stato il basket, ma solo il mio ginocchio". Negli ultimi anni infatti le condizioni del ginocchio sinistro (operato più volte nel corso della sua carriera) sono andate decisamente peggiorando, rendendo ancora più evidenti i suoi problemi difensivi già complicati da un’altezza non certo torreggiante (arriva a malapena all’1.80).

Walker e il ritorno a Charlotte: "Sarebbe speciale"

Walker ribadisce il suo orgoglio, ma anche che non gli impedirà di mettersi a disposizione di chiunque: "Non ho niente da dimostrare a nessuno: tutti sanno quello che ho fatto nel corso della mia carriera e cosa ho fatto in questa lega. Voglio solo poter giocare di nuovo a basket, non mi interessa se parto dalla panchina o no. Ho cominciato la mia carriera come riserva, perciò non mi interessa. Sono un agonista. Voglio giocare perché è quello che mi piace fare, stare insieme ai miei compagni di squadra e divertirmi". La sua ultima apparizione pubblica è stata in occasione della sfida di pre-season tra i Boston Celtics e gli Charlotte Hornets, seduto in mezzo tra due alti dirigenti di Charlotte come il COO James Jordan e il capo del marketing Seth Bennett, venendo acclamato dal pubblico di casa e facendo immaginare la possibilità di un ritorno nella franchigia di cui è miglior realizzatore di sempre, specie ora che in panchina c’è Steve Clifford, suo allenatore negli anni migliori della carriera tra il 2013 e il 2018. "Sarebbe speciale, di sicuro. Non sto pensando al ritiro: amo troppo la pallacanestro. Ma non ho rimpianti: ho avuto una grande carriera, quando sono stato scelto al Draft nessuno si aspettava che diventassi il miglior realizzatore di una franchigia NBA. Non posso lamentarmi: ho fatto tanta strada".

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