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NBA, Magic Johnson a Che Tempo Che Fa: "Amo l'Italia, ci vengo da 31 anni"

NBA

La leggenda della NBA Magic Johnson è stato ospite in collegamento con il programma di Fabio Fazio "Che tempo che fa". Il cinque volte campione NBA ha ripercorso la sua carriera, il suo impegno per la lotta all’HIV e ha espresso tutto il suo amore per l'Italia: "Vengo in vacanza da voi ogni anno da 31 anni, amo tutto del vostro paese"

Se vi capita di essere in una località turistica estiva tra Capri, Portofino e Porto Cervo, è molto probabile che a un certo punto potrete incontrare nientemeno che Magic Johnson: “Sono 31 anni che vengo in Italia ogni anno. Amo l’Italia, amo il cibo, siete calorosi e siete gente meravigliosa, io e la mia famiglia siamo innamorati di Portofino, Porto Cervo, Forte dei Marmi” ha detto il cinque volte campione NBA ospite di Fabio Fazio in collegamento dagli Stati Uniti a Che Tempo Che Fa. La leggenda del basket NBA però ha parlato soprattutto della sua carriera, cominciata proprio con la nascita del suo iconico soprannome: "È stata una grande gioia quando mi hanno chiamato così per la prima volta, ma poi ho dovuto essere all’altezza di quel soprannome principalmente sul campo. Dovevo vincere per dimostrare che quel nome era degno per un campione". Le umili origini non gli hanno impedito di avere grande successo, grazie soprattutto alla sua famiglia: "Mi alzavo alle 5 e alle 6 e cominciavo a palleggiare, i miei vicini uscivano pazzi perché stavano dormendo o avevano poche ore prima di andare a lavorare. Il campo di pallacanestro era a un paio di isolati di distanza, non avevo un canestro a casa ma adoravo il gioco. Ho potuto giocare perché mio padre ha sacrificato tanto per me. Avevo sei sorelle e tre fratelli, perciò mio padre ha dovuto lasciare il basket per andare a lavorare e badare a noi. Una volta arrivato in NBA è toccato a me ripagarlo degli sforzi fatti, permettendogli di smettere di lavorare per godersi la vita e anche la mia carriera, comprandogli una casa nuova. Ora ha 88 anni e lo ringrazio ogni giorno. È probabilmente il mio migliore amico".

Magic sulla sua carriera NBA, tra Kareem e Larry Bird

Magic si è soffermato anche molto sulla sua carriera NBA, cominciata con il suo incontro con Kareem Abdul-Jabbar. "Eravamo completamente diversi noi due. Io avevo 19 anni, amavo la musica ad alto volume, mentre lui era molto silenzioso e tranquillo. Amava il jazz, voleva le cose a basso volume, io invece giravo con lo stereo sulla spalla. Lui continuava a dirmi di abbassare la musica, usciva pazzo. L’inizio è stato burrascoso, ma siamo diventati grandi amici e compagni di squadra. Lui era il giocatore più dominante della NBA, io ero più leader: per quello è andata così bene fin dall’inizio". La sua storia però può essere raccontata soprattutto attraverso la sua rivalità con Larry Bird: "Ho cominciato ad a nel 1979 già a livello universitario, poi nella NBA insieme abbiamo cambiato il gioco. Con noi è diventato più popolare, ci sono state grandi sfide: Larry Bird è stato un mio idolo, ho avuto grande rispetto per lui, ma quando ci siamo scontrati non mi piaceva così tanto e nemmeno i suoi tifosi. Era una rivalità accesa tra le due squadre". Magic però poteva contare su una tifosa decisamente speciale: "Quando abbiamo girato uno spot a casa sua a French Lick, in Indiana, a pranzo sua madre mi ha detto che ero il suo giocatore preferito. Ed è stato un momento bellissimo sapere che lei adorava il mio modo di giocare a basket. Non credo che a Larry piacesse altrettanto".

Magic e l'HIV: "Abbiamo fatto tanto per cambiare il mondo"

Inevitabile anche un passaggio sull’HIV e sul suo annuncio: “Sono passati 31 anni da quel momento in cui ho annunciato di avere l’HIV. Al tempo era tutto diverso: le cure non erano adeguate, la discriminazione era enorme, ma noi siamo riusciti a cambiare molto nella lotta contro l’HIV. Abbiamo fornito alloggi a persone affette dalla malattia, abbiamo messo fine alla discriminazione e al razzismo, non solo negli Stati Uniti d’America ma ovunque nel mondo. Credo che oggi le cose vadano molto meglio". Un passaggio chiave è stato l’indimenticabile All-Star Game del 1992. "Dopo essermi ritirato il nostro commissioner David Stern mi ha permesso di giocare quell’All-Star Game. È stata una grande soddisfazione perché ho dimostrato che si poteva vivere una vita produttiva anche con l’HIV e che nella vita non bisognava mollare mai. Ha significato molto per me e per tante persone nel mondo intero". Un mondo che è cambiato anche pochi mesi dopo, quando insieme al Dream Team di Barcellona 1992 ha cambiato lo sport. Dream Team: "Ho convinto io Larry Bird e Michael Jordan a giocarci. Era sulla mia lista delle cose da fare giocare con loro due, e ci sono riuscito. Il Dream Team ha reso possibile che tutto il mondo vedesse la NBA e oggi ci sono più di cento giocatori internazionali in NBA. È cominciato tutto lì".

Magic: "Obama? Devo ammettere che sa giocare a basket"

Magic ha anche confermato che l'ex presidente Barack Obama è bravo quanto dice a giocare a pallacanestro: "Devo ammettere che è un buon giocatore di basket. Abbiamo giocato alla Casa Bianca e ha segnato il canestro vincente della partita, bisogna dargli merito: è un solido giocatore di basket, e lo apprezzo anche come uomo. Ero già stato prima alla Casa Bianca, ma con Obama mi sono divertito più che con gli altri. La volta migliore però è quando Beyonce si è esibita per Obama e la sua famiglia: lì è stato davvero indimenticabile".