Patrick Beverley è convinto di aver "fermato" Kevin Durant, ma la superstar dei Nets rende invece omaggio alla partita a tutto tondo (difesa ma anche 12 assist) del suo ex compagno di squadra Russell Westbrook: "Le sue impronte sono ovunque in questa vittoria dei Lakers"
Si può fermare Kevin Durant? Verrebbe da dire di no, visto l'inizio di stagione del n°7 dei Nets, sempre con almeno 25 punti segnati nelle 14 gare giocate. Contro i Lakers ha fatto anche meglio, chiudendo a quota 31, ma se si torna alla domanda iniziale, le risposte possono variare. Patrick Beverley, ad esempio, è convinto che la sua marcatura su KD abbia fatto la differenza: "Non l'avete visto? È stata la chiave della partita. Ho chiesto io a coach Ham di marcarlo e con la mia aggressività ho dato subito la giusta intensità alla partita, e la squadra ha risposto. Amo questo genere di sfide, è con duelli come questi che mi sono costruito un nome nella NBA", ha dichiarato la guardia dei Lakers. Che poi però ha accettato di non prendersi tutti i meriti: "Non l'ho mica fermato da solo: AD [Anthony Davis] mi ha dato una grossa mano, lo abbiamo raddoppiato, abbiamo tentato ogni tipo di difesa contro di lui".
Durant fa i complimenti a Westbrook: "Mi sta addosso da quando abbiamo 18 anni"
Quella che più ha fatto discutere nel post-partita, però, è stata quella di Russell Westbrook, per una giocata in particolare sul finire del primo quarto - con una splendida stoppata da dietro su Durant - e per le parole che la stessa superstar di Brooklyn ha voluto dedicare al suo ex compagno di squadra a Oklahoma City dopo la sirena finale: "Mi è stato addosso tutta la sera, ma non è una novità: mi sta addosso da quando avevamo 18-19 anni", ha scherzato Durant, che poi però è tornato serio per elogiare il lavoro di Westbrook: "Sa avere impatto su una gara in talmente tanti modi...", ha detto: "Stasera ha avuto 12 assist, contro 4 palle perse, ma anche 14 punti: le sue impronte sono ovunque in questa vittoria dei Lakers, e per me è sempre bello misurarmi contro Russ".