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NBA, Donovan Mitchell meglio di LeBron James: "Voglio sfida i Knicks ai playoff"

NBA
©Getty

L'All-Star dei Cavaliers ha raccolto la terza gara in fila da 40+ punti, la n°12 in stagione regolare superando LeBron James e guidando Cleveland ai primi playoff senza LBJ degli ultimi 25 anni: "Sapevo che il destino mi avrebbe portato a sfidare New York, sono pronto a scendere in campo ai playoff davanti ai miei amici"

Doveva andare a New York e alla fine invece ha fatto la fortuna dei Cleveland Cavaliers, a cui mancava un leader del suo carisma e delle sue qualità dai tempi di… già, da cinque anni e da quando LeBron James ha scelto i Lakers. Donovan Mitchell invece non ha avuto dubbi e, dopo aver accantonato l’idea di firmare per i Knicks - che gli hanno fatto una corte spudorata la scorsa estate, in parte ricambiata dal giocatore che sarebbe così tornato a vivere nelle “sue” zone - ha abbracciato da subito al meglio la causa Cavaliers, concedendosi una prestazione da 71 punti in regular season e ritrovando ora che più conta una forma fisica invidiabile: tre gare in fila da 40+ punti non le aveva mai messe a referto nessuno con la maglia di Cleveland in stagione regolare, neanche LeBron James, con Mitchell salito così a quota 12 partite da 40+ punti (anche questo un record mai fatto registrare prima in Ohio).

Ora, con Cleveland certa di avere il fattore campo a favore nella prima serie playoff che partirà dal prossimo 15-16 aprile, Mitchell non ha dubbi e spiega che il suo destino deve compiersi e il cerchio dovrà chiudersi: “Sapevo che le cose non sarebbero potute andare in maniera diversa: alla fine dovevano venire fuori i Knicks come prima sfida playoff, un finale da storia perfetta per un libro - non intendo l’ultimo capitolo della saga, ma il compimento naturale del percorso che ho iniziato quest’anno, in cui scenderò in campo davanti ai miei amici a New York, sfidando la squadra che ho visto mentre crescevo da bambino indossando la maglia di chi invece mi ha fatto rinascere in NBA”. Chissà come andrà, ma a 26 anni concordiamo con Mitchell: non sarà di certo l’ultimo passaggio di una storia ancora tutta da raccontare.

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