In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, Simone Fontecchio a Sky: "Stagione da 6, sono più di un tiratore"

NBA

Zeno Pisani [video: Sheyla Ornelas]

Intervistato per Sky Sport, Simone Fontecchio ha fatto un bilancio del suo primo anno in NBA anche parlando dei momenti difficili che ha dovuto affrontare, primo tra tutti un mese di febbraio fortemente condizionato da un infortunio alla caviglia. "Come voto mi do un 6, c’è stato un mese in cui non ho fatto bene perché non ero a posto. Ma dopo l'All-Star Game ho dimostrato di essere più di un tiratore"

Condividi:

Con i 15 punti realizzati contro i Denver Nuggets, Simone Fontecchio ha salutato il pubblico di Salt Lake City che nel corso di questa stagione ha imparato ad apprezzarne la versatilità sui due lati del campo. Pur mancando ancora una partita per concludere la sua prima annata in NBA — con tutte le 15 gare dell’ultimo giorno di regular season in contemporanea su Sky Sport NBA e in streaming eccezionalmente aperto a tutti su SkySport.it/NBA —, l’azzurro ha tracciato un bilancio del suo anno da rookie, tra i momenti migliori visti dopo la pausa per l’All-Star Game, quelli peggiori con un mese di febbraio particolarmente difficile e il suo rapporto con coach Will Hardy e Lauri Markkanen, due pilastri attorno ai quali i Jazz vogliono continuare a costruire.

Che voto dai alla tua stagione?

"Direi un 6, perché comunque non è stata sicuramente ottima. Avrei potuto fare molto meglio, soprattutto ho avuto un mese in cui non ho fatto per niente bene e non sono stato continuo, però so anche che al primo anno non era facile. Ho fatto delle buone prestazioni, devo cercare di migliorare l’anno prossimo a livello di continuità e migliorerò per questo".

 

Hai un ottimo rapporto con coach Hardy: come ti sei conquistato la sua fiducia?

"Will ha un ottimo rapporto con tutti all’interno della squadra: pur essendo giovane ha già tanta esperienza alle spalle, è una persona che si interfaccia benissimo con tutti e porta sempre positività, creando un ottimo ambiente all’interno della squadra. Lui mi chiede di essere sempre aggressivo, si fida ciecamente del mio tiro e di quello che posso dare alla squadra tirando tanto e avendo buone percentuali. Mi chiede semplicemente di difendere forte e di tirare quando sono libero".

 

Prima dell’All-Star Game il 70% dei tuoi tiri erano da tre, ora sei sotto al 57%: stai cercando di equilibrare il tuo repertorio offensivo?

"Sto cercando di fare più cose all’interno del campo: prima mi chiedevano semplicemente di essere un tiratore, adesso sto cercando di far veder che posso essere più di così e di trovare più spazio all’interno dell'area, che è una cosa che posso fare e posso migliorare ulteriormente. Sento che le squadre hanno particolare attenzione per il mio tiro da tre e provano a toglierlo, ma lo vedo anche come un vantaggio per trovare maggiore spazio andando dentro. Quindi come ho mostrato dopo l’All-Star Game posso fare un po’ di tutto e cercherò di farlo sempre di più".

Nel mese di marzo hai tirato 4/30 da tre: cosa c’è dietro e come ne sei uscito anche psicologicamente?

"È stato un mese un po’ complicato a livello fisico: venivo da un infortunio alla caviglia che mi ha tolto un po’ di stabilità e spinta, e per un tiratore non avere un piede a posto diventa difficile. Però ho cercato di continuare a lavorare, di concentrarmi sulle spinte giuste e tornare a posto col piede. Da lì c’era anche un po’ di scoramento psicologico: non vedere la palla entrare sicuramente non era piacevole, però ho cercato di rimanere fiducioso continuando a lavorare come ho sempre fatto".

 

Hai sviluppato una bella amicizia con Lauri Markkanen: come è nata? Che punti avete in comune?

"Ho un bel rapporto con tutti, si respira una bella aria all’interno dello spogliatoio. Con Lauri ho legato molto perché siamo entrambi europei e quindi abbiamo un po’ di terreno comune. Lui ha fatto una stagione veramente incredibile e sono super contento per lui".

 

Avendo visto tutte le squadre NBA dal campo, chi arriva in finale a Est e Ovest?

"Non saprei veramente, i playoff sono un campionato a parte. Sicuramente da quello che ho visto le squadre più in forma sono Milwaukee e Boston a est, mentre a ovest da tutto l’anno è difficile indicare una favorita perché ce la siamo giocata tutti fino all’ultimo. Denver è arrivata prima ma ci sono tante squadre che possono fare bene, come Phoenix se sono tutti a posto fisicamente. Vedremo".

approfondimento

Fontecchio segna 15 punti contro Denver. VIDEO