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NBA, Atlanta Hawks: Trae Young risponde in campo alle critiche e alle voci di mercato

NBA
©Getty

Decisivo in campo contro Miami nonostante le difficoltà della serie dello scorso anno e non influenzato dalle tante voci che nelle ultime 24 ore hanno parlato di un suo possibile addio agli Hawks: la vittoria di Atlanta nel segno di Trae Young è una grande iniezione di fiducia in vista della sfida playoff contro Boston

“So bene che Jimmy Butler aveva garantito agli Heat un bis, ma io ero molto concentrato nel far sì che questo non accadesse”: chiosa con una battuta Trae Young, mentre indossa occhiali da sole scuri in conferenza stampa, provando a scrollarsi di dosso una pressione che sperava nessuno gli affibbiasse sulle spalle. Reduce dalla peggior stagione in carriera a livello personale e con gli Hawks ridotti a comparsa o quasi in regular season, i favori del pronostico nel testa a testa con Miami erano tutti dalla parte degli Heat. È stato proprio in questo momento, quando tutto remava contro, che Trae Young ha trovato la forza di giocare da leader - autore di 25 punti, otto rimbalzi e sette assist con 8/18 al tiro (ancora con un solo canestro dall’arco su otto tentativi) - approfittando della varietà di alternative di un roster che ha costretto Miami a rinunciare ai raddoppi su di lui che tanto male gli avevano fatto nella serie playoff 2022; conclusa dopo cinque gare con il 4-1 per gli Heat. Stavolta invece l’avversario del primo turno saranno i Boston Celtics: altra impresa non da poco da dover affrontare.

A complicare non poco le cose infatti ci avevano pensato le voci che nelle 24 ore precedenti alla sfida contro Miami hanno iniziato a mettere in dubbio la permanenza in Georgia di Trae Young: The Ringer ha parlato di “semaforo verde” per il front office degli Hawks nel caso arrivino offerte per l’ex All-Star di Atlanta, il volto della franchigia e nel pieno del suo primo anno di contratto dopo il rinnovo da cinque stagioni per 215 milioni di dollari. Non esattamente la posizione vuoi mettere in discussione un giocatore, alla vigilia poi del match più importante dell’anno: “Può essere falso, può essere vero: non lo so, io penso a vincere”, aveva detto il diretto interessato - tenendo fede poi alla sua promessa, ma non placando speculazioni che parlano anche di una possibile richiesta da parte di coach Snyder di rinunciare a un giocatore del genere per andare a caccia di talento con caratteristiche e approccio diverso. Atlanta ha dimostrato di sapersi fare del male da sola, certo, ma fino a quando si vince i problemi e le polemiche passano in secondo piano.

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