In attesa di una gara-2 che potrebbe segnare una serie in cui Philadelphia (da favorita) è partita con il piede giusto, Brooklyn si prepara alla seconda sfida in trasferta provando a evitare gli errori fatti nel match d'apertura - provando a immaginare una difesa diversa su Joel Embiid, che permetta di non lasciare troppo spazio e fiducia ai tiratori dei Sixers
Nic Claxton e Day’Ron Sharpe - che in due sono riusciti a dividersi i minuti in rotazione Nets sotto canestro per 82 gare di regular season in maniera credibile permettendo così a Brooklyn di prendersi l’ultimo posto disponibile per l’accesso diretto ai playoff - sono chiamati ad assolvere al compito più complicato delle loro giovani carriere: limitare in qualche modo l’impatto di Joel Embiid in versione MVP, senza per forza di cose condannare il resto della difesa a collassare. Così non è stato in gara-1, in cui prevedibilmente sono arrivati i raddoppi sul principale candidato al premio di miglior giocatore della regular season (limitato soprattutto nel primo tempo) e che così hanno lasciato alla fine un doppio fronte scoperto: da un lato Philadelphia ha chiuso la gara con 21 triple a bersaglio - fissando il nuovo record di franchigia per canestri dalla lunga distanza in una singola gara di playoff; dall’altra Joel Embiid nel secondo tempo, quando c’era da chiudere i conti, ha realizzato 16 punti in metà gara, rendendo non semplice la vita a rimbalzo dei Nets. Con questo genere di condotta di gara, le speranze di vittoria per Brooklyn si riducono e non di poco.
Le 21 triple a bersaglio per Philadelphia: merito di tutti, non solo di Harden
Partiamo dalle triple e dall’analisi fatta da coach Vaughn, che non rimpiange i canestri arrivati allo scadere del possesso o quasi messi a segno da James Harden - in una serata di grazia con sette triple a bersaglio, di cui almeno tre frutto del suo talento e contro cui è difficile immaginare una difesa efficace - ma dei 13 canestri firmati da giocatori diversi dal duo Embiid-Harden, con gli aggiustamenti nel corso della sfida che non hanno limitato i danni. Anzi: “Avevamo un’idea chiara, loro si sono adattati, ma il risultato è stato quello di concedere a Philadelphia sia il gioco perimetrale che nei pressi del ferro: così è davvero troppo”, sottolinea Seth Curry, che ben conosce la squadra della Pennsylvania. Tutti i giocatori dei Sixers rimasti sul parquet almeno 15 minuti sono riusciti ad andare a bersaglio dalla lunga distanza almeno una volta: un piano partita (in linea teorica) che per Brooklyn continua ad avere un senso, visto che i Nets non potranno che continuare a lasciare spazio a giocatori come Georges Niang pur di limitare almeno in parte Joel Embiid nei pressi del ferro: “Dobbiamo scegliere noi che tiri fargli prendere però, non essere in balia del loro attacco”. In gara-1 non ha funzionato.
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Il problema rimbalzi - da risolvere il prima possibile in casa Sixers
Il dato però che più risalta dall’analisi di gara-1 è quello relativo ai rimbalzi d’attacco e ai punti ottenuti da seconde opportunità: il conto dei possessi aggiuntivi arrivati dalla battaglia nel pitturato premia Philadelphia per 14-3, con il conto dei punti che inchioda Brooklyn a un misero 21-3. A questo poi si aggiungono le 20 palle perse dei Nets e in questo modo non si riesce a restare aggrappati nel punteggio neanche tirando con il 45% di squadra da tre punti: la beffa sta in questa distanza, prima ancora che nel resto. Non è mancata la qualità agli ospiti, ma la quantità delle conclusioni: Philadelphia ha tirato 19 volte in più degli avversari, una discrepanza che schiaccerebbe chiunque - il dato cardine su cui lavorare per invertire la tendenza. “A rimbalzo devono andare tutti, deve essere un contributo di squadra e non individuale”, spiega coach Vaughn. “Non è questione di tattica, ma di approccio: se non cambia l'energia e la predisposizione, non possiamo stare in partita”. Gara-2, in programma questa notte, sarà la sfida per capire se Brooklyn riuscirà a muovere qualche leva in quella direzione o se la distanza da Philadelphia non potrà inevitabilmente fare altro che aumentare.