La NBA ha multato di 25.000 dollari Dillon Brooks per non essersi presentato davanti ai media dopo gara-6 della serie contro i Los Angeles Lakers. A due giorni dalla fine della stagione, l’ala dei Memphis Grizzlies ha incontrato la stampa senza fare passi indietro: "Non mi pento di quello che ho detto, sono un agonista. LeBron non giocava ai playoff da un po', le mie parole non gli hanno dato ulteriori motivazioni"
Dopo le dichiarazioni di fuoco contro LeBron James a seguito di gara-2, Dillon Brooks è balzato agli onori della cronaca, anche se le sue frasi contro il Re gli si sono ritorte contro con l’eliminazione dei suoi Memphis Grizzlies per mano dei Los Angeles Lakers. Dopo i tre ko subiti in California Brooks ha sempre rifiutato di rispondere alle domande, arrivando a saltare del tutto la sessione di gara-6 andando contro le regole stabilite dalla NBA per la "media availability" (cioè rendersi disponibili per le domande dei giornalisti), tanto da meritarsi una multa da 25.000 dollari da parte della lega. Uno strano contrappasso: si è messo nei guai da solo con le sue parole ed è stato multato per non aver parlato con la stampa, anche se probabilmente anche la franchigia gli ha suggerito di abbassare i toni.
Brooks: "I miei commenti non hanno caricato LeBron James"
La focosa ala dei Grizzlies ha quindi parlato con i giornalisti di Memphis in occasione del "rompete le righe" della squadra, avviandosi verso un’estate nella quale il suo contratto è in scadenza e non è chiaro se la franchigia voglia puntare su di lui oppure no. Alla domanda se rimpiangesse i commenti fatti su James, Brooks ha negato ogni rimpianto: "No, sono fatto così. Non sono pentito, sono competitivo. È quello che faccio". Anche quando gli è stato chiesto se pensasse che i suoi commenti abbiano dato motivazione extra a LeBron, Brooks ha negato ogni responsabilità: "Era da un po’ che non arrivava ai playoff, perciò era pronto a giocare. Non penso che i miei commenti lo abbiano caricato ulteriormente. In generale dobbiamo migliorare come squadra, e io continuerò a essere me stesso e a crescere come giocatore". Il capo della dirigenza Zach Kleiman, nel frattempo, non ha voluto esporsi sul futuro di Brooks in squadra, pur mandando un chiaro messaggio: "In questa serie abbiamo dovuto navigare certe distrazioni che ci siamo creati da soli. E pensando a quello che avverrà in futuro, dovremo tenere sempre bene a mente tutto questo tipo di cose dal punto di vista competitivo". Insomma: affrontare LeBron James e i Lakers ai playoff è già abbastanza difficile di suo senza dover andare anche a “svegliare il can che dorme” e aggiungersi ulteriore pressione.