Più ancora delle otto giornate di squalifica, la "bravata" della notte al nightclub conclusa col video emerso sui social nel quale impugnava una pistola è costata tantissimo alla superstar dei Grizzlies, il cui contratto includeva un ricchissimo bonus che ora Morant non incasserà mai
Il suo nome capeggia (o quasi) la lista degli esclusi eccellenti dai primi tre quintetti NBA, quegli All-NBA team che a fine stagione premiano i migliori interpreti in stagione regolare. E Ja Morant non è né nel primo, né nel secondo, né nel terzo quintetto, un'assenza che al n°12 di Memphis finirà per costare quasi 40 milioni di dollari. Tutto questo nonostante una stagione chiusa a 26.2 punti di media, con oltre 8 assist e quasi 6 rimbalzi a sera, tirando il 46.6% dal campo e guidando i suoi Grizzlies al secondo posto nella Western Conference. Cifre molto simili a quelle collezionate dal leader di Memphis la passata stagione, chiusa a 27.4 punti, 5.7 rimbalzi e 6.7 assist (e la stessa testa di serie n°2 entrando ai playoff), e che gli erano valsi l'inclusione nel secondo quintetto NBA, al fianco di nomi eccellenti come quelli di Steph Curry, DeMar DeRozan, Kevin Durant e Joel Embiid. Quest'anno invece nulla: 44 punti accumulati nelle votazioni (in 14 lo hanno inserito nel terzo quintetto, in 10 nel secondo, nessuno nel primo) ma non abbastanza per entrare in top 15, e meritarsi quindi un posto nei tre quintetti. Solo Anthony Davis (65 punti) e Lauri Markkanen (49) hanno ricevuto più punti restando esclusi, ma Morant è la prima guardia tra quelle rimaste fuori dagli All-NBA team (Doncic e Shai Gilgeous-Alexander si sono meritati il primo quintetto, Curry e Mitchell il secondo, Fox e Lillard il terzo).
Niente All-NBA: perché Morant perde il bonus
Vista la stagione di Morant e dei Grizzlies, però, difficile non pensare che a condizionare le preferenze dei votanti sia stata forse anche la squalifica incassata dal giocatore a seguito del suo comportamento nel corso della trasferta di Memphis a Denver, con la famosa visita al nightclub e la diffusione dell'ormai celebre video in cui mostrava una pistola. Video che gli è valso otto gare di sospensione da parte della lega, senza stipendio (che ammontano a una perdita di 668.000 dollari) ma - quel che più importa qui - un colpo all'immagine che forse oggi Morant paga nell'esclusione dai primi tre quintetti NBA, con conseguenze economiche ben più pesanti. Il contratto firmato infatti la scorsa estate (che entrerà in vigore dalla prossima stagione) prevede un accordo di 5 anni per 192.2 milioni di dollari, cifra però suscettibile di un ricco ritocco verso l'alto in virtù della cosiddetta "Rose provision", la clausola che prende il nome da Derrick Rose (MVP NBA 2011) e che prevede un bonus da pagare al giocatore che o vince il premio di MVP, o quello di miglior difensore o che vede il suo nome incluso nei quintetti All-NBA. Per Morant il bonus era di 39.2 milioni di dollari, e avrebbe portato il totale del suo contratto oltre i 231 milioni. Soldi che invece la point guard dei Grizzlies non incasserà mai, perché la possibilità di bonus era prevista solo per questa stagione appena conclusa. Una chiusura tutt'altro che positiva, per un'annata iniziata trionfalmente e poi rovinata dalla precoce eliminazione al primo turno di playoff dei suoi Grizzlies da parte dei Lakers.